«La direttiva europea sulla tutela del diritto autore va recepita con urgenza nell’ordinamento italiano. Si tratta di una normativa necessaria, a tutela delle imprese editoriali, del lavoro giornalistico e del valore dell’informazione professionale nel nostro Paese». Lo ha detto Raffaele Lorusso, segretario della Federazione nazionale della Stampa italiana, in audizione in commissione Politiche Europee del Senato. La direttiva prevede che le grandi piattaforme mondiali -Google, Apple, Facebook e altre- riconoscano agli editori un compenso per la pubblicazione degli articoli oggi prelevati gratuitamente dai giornali. Il Parlamento europeo l’ha approvata nella primavera 2019 e ha dato 24 mesi di tempo ai Paesi membri per inserirla nelle loro legislazioni. In Italia il Movimento 5 stelle è fortemente contrario.

«Per produrre informazione professionale – ha aggiunto Lorusso– occorrono una organizzazione imprenditoriale e professionisti adeguatamente remunerati. Da anni assistiamo alla quotidiana perdita di fatturato pubblicitario nel settore dei media, dovuta in primo luogo all’utilizzo che dell’informazione professionale si fa in rete, soprattutto da parte dei cosiddetti over the top. Il fatturato dei giganti del web in Italia sfiora i 3 miliardi l’anno: riteniamo che una parte rilevante derivi dall’informazione professionale, con un danno per imprese editoriali e giornalisti».

In particolare, per il segretario Fnsi è necessario dare attuazione a quanto previsto all’articolo 15 della direttiva Ue, secondo cui gli Stati membri devono provvedere affinché i giornalisti ricevano una quota adeguata dei proventi percepiti dagli editori per l’utilizzo delle loro pubblicazioni di carattere giornalistico da parte dei prestatori di servizi della società dell’informazione.

«Recepire le norme europee nel nostro Paese – ha incalzato Lorusso – non può e non deve significare pregiudicare il libero accesso alla rete e la libera circolazione di idee e opinioni online, ma vuol dire tutelare il lavoro giornalistico. Chi sfrutta il lavoro altrui deve pagare chi in quel lavoro ha investito e chi quel lavoro lo ha prodotto, un principio in linea con quanto prevede l’articolo 36 della Costituzione».

Lorusso ha parlato dell’opportunità di giungere a una regolamentazione che sia frutto di un accordo con i giganti del web ma, in caso contrario, di prevedere l’intervento di un’autorità indipendente come potrebbe essere l’Agcom.

LASCIA UN COMMENTO