Il coronavirus un’opportunità per l’informazione, tornata al centro della scena? Niente di tutto questo. I dati di marzo 2020, impietosi, mostrano una stampa che arranca, anche nella versione digitale, perdendo pezzi. Marzo è il mese dello scoppio dell’epidemia e non c’è alcuna ripresa delle vendite. Solo tre giornali resistono e colgono l’occasione. Rispetto al mese precedente, febbraio, il Fatto quotidiano guadagna (edizione stampa più edizione digitale) il 14,8 per cento, l’Eco di Bergamo, quotidiano del cratere della crisi, vende il 15,9 in più, Dolomiten prende uno 0,7 in più.

Tutti gli altri hanno il segno meno.

Tragedia per gli sportivi, che hanno visto l’oggetto delle loro attenzioni svanire. Gazzetta perde il 39,4 per cento, il Corriere dello Sport il 34,7. Fra i quotidiani generalisti il maggior disastro lo segna il giornale della capitale, Il Messaggero di Caltagirone, diretto da Virman Cusenza, che registra un meno 17 per cento. Meglio di tutti regge il Sole24ore (meno 2,23 per cento), seguito da Repubblica (meno 3,2) e dal Corriere della Sera (meno 4,6).

Se andiamo a guardare i dati rispetto al marzo 2019 reggono ancora Fatto ed Eco di Bergamo. Il giornale diretto da Marco Travaglio guadagna un 6,1 per cento e il quotidiano della città colpita dal virus vende l’11,8 in più di un anno fa. Malissimo gli sportivi, Gazzetta meno 43 e Corriere dello Sport meno 44,5. Molto male il Messaggero, meno 21, la Nazione, meno 21, La Stampa, ancora diretta da Maurizio Molinari, meno 14,8. Resiste, si fa per dire, Avvenire con meno 6,6, resiste il Corriere della Sera con meno 6,7, non vanno bene Repubblica, meno 9, e il Sole24ore, meno 8,2.

Se invece proviamo a considerare i dati senza virus, cioè confrontiamo il marzo 2019 con il febbraio 2020, le perdite sono inferiori:  il Corriere meno 2,2, la Repubblica meno 6,5, la Stampa meno 11,5, il Messaggero meno 5,1. Il fatto invece perde 8,1 punti per poi miracolosamente recuperare con il virus. Stessa tendenza per l’Eco di Bergamo che perdeva il 3,6.

Se, infine consideriamo soltanto la carta, perdono tutti. Quello che va meno peggio è il primo in classifica, Corriere della sera, che vende 173.194 copie al giorno e perde il 4,9 per cento sul marzo 2019. Segue Repubblica, seconda in classifica che vende 127.856 copie e perde l’8,8. La Stampa di Molinari perde il 17 per cento e il Messaggero di Cusenza, sceso a quota 54.702 copie, perde il 22 per cento.

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