La Federazione degli editori di giornali ha chiesto ad Agcom un provvedimento «esemplare e urgente» di sospensione di Telegram, sulla base di un’analisi dell’incremento della diffusione illecita di testate giornalistiche sulla piattaforma che, durante la pandemia, ha raggiunto livelli intollerabili per uno Stato di diritto. Lo ha annunciato il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti.

Dieci i canali monitorati, dedicati esclusivamente alla distribuzione illecita di giornali; 580mila gli utenti complessivi (+46% di iscritti negli ultimi tre mesi) e un incremento dell’88% delle testate diffuse. La stima delle perdite delle imprese editoriali, secondo la Fieg, è di almeno 670mila euro al giorno, circa 250 milioni di euro all’anno.

L’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha chiesto alla Procura di Milano il sequestro e l’oscuramento dei canali chat di Telegram e WhatsApp attraverso cui vengono diffusi ogni giorno gratuitamente i pdf di quotidiani e periodici.

Secondo l’Ordine lombardo, dal momento che la società Telegram “sembrerebbe avere sede legale a Dubai, potrebbero essere attivati i canali di cooperazione internazionale in materia di giustizia penale previsti dai Trattati tra l’Italia e gli Emirati Arabi, che prevedono il sequestro preventivo, il pignoramento, la confisca e la restituzione dei proventi e/o gli strumenti del reato.

Il presidente dell’Ordine, Alessandro Galimberti, ricorda inoltre che è “indifferibile il recepimento da parte del Parlamento italiano della legge europea sul copyright, approvata a Strasburgo nel marzo 2019”.

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