“Non siamo il Louvre, ma siamo belli lo stesso”. E’ il titolo di copertina di Scarp de’ tenis, il mensile di strada, di luglio. Il servizio illustra la realtà dei piccoli musei. Esiste un ricchissimo patrimonio di piccoli musei, 5.700 quelli censiti, oltre 10 mila quelli stimati, distribuiti in maniera uniforme in tutta la Penisola, che rivelano un’Italia fatta di tradizioni e storie quasi dimenticate. “I piccoli musei -scrive il Direttore Stefano Lampertico nell’editoriale- sono narratori di luoghi, scrigni preziosi che custodiscono l’identità più profonda del nostro Paese. Raccontano la storia, il costume, il lavoro, la fede, gli usi delle comunità locali. E il loro valore non è solo culturale, ma anche sociale: sono presìdi di comunità, centri di aggregazione e di educazione diffusa. Spesso si accompagnano a un turismo sostenibile, lento, fatto di incontri autentici e di scoperte. Sostenere questi luoghi significa proteggere la memoria e favorire lo sviluppo dei territori”
Nel numero, molte altre storie. L’intervista allo scrittore Colum McCann (“Apeirogon”, “Una madre”, “Twist”), i dieci anni di “Alarm Phone” – il numero che salva i dispersi nel Mediterraneo–, la storia di resistenza dell’attivista turco Adnan Taylan Sakin. Infine, Paputsi: come si vede nella striscia, gli autori hanno utilizzato solo tre colori, quelli della bandiera palestinese, piccolo segno di vicinanza a quel popolo martoriato.