Dopo tanti “rumours”, la vendita di Repubblica e delle radio collegate dovrebbe essere cosa fatta. L’annuncio è previsto nella seconda metà di dicembre, a partire dal 15. Si chiude così in cinque anni una storia editoriale mestissima: Exor di John Elkann ha acquisito Gedi da De Benedetti alla fine del 2019 e ha cominciato a vendere: prima i giornali locali, poi L’Espresso, ora i pezzi più grandi e prestigiosi. Una dimostrazione di disinteresse imprenditoriale e forse di incapacità.
Grandi scontri con i giornalisti, in particolare sull’invasione di marketing e pubblicità nell’informazione. Grandi proclami sul “digital first”, per concludersi con la destinazione fuori Italia del quotidiano più innovativo e di successo della fine del ‘900, ideato e fondato da Eugenio Scalfari e Carlo Caracciolo. Oggi, tra l’altro, Repubblica è una delle poche grandi testate che raccontano con spirito critico il governo di Giorgia Meloni.
controregalo
“Tutto si accelera -scrive Ettore Boffano sul Fatto Quotidiano- e, come in un regalo di Natale alla rovescia, la Repubblica sta per passare al gruppo greco della famiglia di Theodore Kyriakou, in società (forse, ma su questo per ora non ci sono conferme ) con il principe saudita Mohammed bin Salman. Chiudendo così, entro le ultime settimane di dicembre e a pochi mesi dal suo 50° compleanno, la parabola del quotidiano più innovativo del Novecento italiano: nato nel 1976 con Eugenio Scalfari e Carlo Caracciolo, approdato al nuovo secolo con Ezio Mauro e Carlo De Benedetti (‘la tessera numero 1 del Pd’) e infine ‘umiliato e offeso’ (dal 2020) nella mediocre gestione Gedi sotto John Elkann e Maurizio Molinari”. Molinari è stato anche sfiduciato dalla redazione.
business radio
Secondo quanto risulta a Boffano “due diligence e ultime trattative sarebbero già concluse e l’annuncio è ormai imminente. Ai greci andranno Repubblica e, soprattutto, le radio collegate (Radio Capital, Deejay e M2o): ormai l’unica gallina dalle uova d’oro dell’ex gruppo Espresso con 60 milioni di euro di ricavi e 10 di utili, contro un fatturato del restante Gruppo Gedi (La Stampa assieme a Repubblica) di 223 milioni e con perdite nette di 15 milioni nel 2024. Le emittenti radiofoniche, dunque, sarebbero l’obbiettivo primario della famiglia Kyriakou, un tempo solo armatori, ma oggi molto impegnati nell’editoria multimediale con il gruppo Ant1: specializzato in tv e radio in Grecia, Serbia, Cipro e Turchia. Un piccolo impero che, però, fonda la propria solidità finanziaria sulla holding londinese K Group, partecipata dal fondo saudita Pif e con un investimento da un miliardo del Qatar”.
220 milioni
Nessuna indiscrezione sul prezzo di vendita; nel 2020 Elkann sborsò 220 milioni per prendersi il gruppo Gedi dai De Benedetti e, oggi, La Stampa e Repubblica sono iscritte nel bilancio di Exor per 72 milioni. Il nipote di Gianni Agnelli, che da mesi in privato va ripetendo come “il giornalismo di carta sia finito”, molto difficilmente riuscirà a rientrare nella spesa sostenuta 5 anni fa.
Ancora in stand by sarebbe invece la trattativa per la vendita de La Stampa al gruppo veneto Nem mentre, sempre nei prossimi giorni, potrebbe concretizzarsi la cessione di Huffington Post Italia e de La sentinella del Canavese di Ivrea al gruppo barese Ladisa.
(nella foto, John Elkann)





