Inserto speciale di Italia Libera per il compleanno numero 90 di Vittorio Emiliani. Hanno scritto per lui alcuni “ragazzi” e “ragazze” che lo ebbero come Direttore al Messaggero di Roma dal 1981 al 1987.
Pino Coscetta ricorda quando Emiliani decise (gennaio 1981) -unico Direttore dei grandi quotidiani italiani- di pubblicare il comunicato delle Brigate Rosse sul rapimento del magistrato Giovanni D’Urso (1980). La proprietà Montedison era contraria. Moglie e figlie del magistrato parteciparono all’assemblea di redazione e il sì alla pubblicazione passò a larghissima maggioranza. Emiliani scrisse un fondo per ripudiare le idee dei brigatisti e spiegare le ragioni della scelta: salvare la vita di un uomo. La mattina del 15 gennaio D’Urso venne ritrovato al Portico di Ottavia, incatenato in un’auto, con gli occhi e la bocca coperti da cerotti, vivo. Il 16 gennaio Le Monde illustrò la notizia della liberazione con un disegno del celebre Chenez: il magistrato volava libero sull’ala di un aeroplanino di carta fatto con un foglio del Messaggero.
alta qualità
Fabio Martini (diventerà firma politica della Stampa) sottolinea la personale opera di “reclutamento” di Emiliani di firme di alta qualità in quantità sbalorditiva. Nomi come Leonardo Sciascia, Giorgio Manganelli, Federico Caffè, Giovanni Raboni, Franco Fortini, Franco Ferrarotti, Corrado Stajano, Sabino Cassese, Carmelo Bene, Gianfranco Pasquino, Massimo Cacciari, Luigi Manconi, Paolo Flores d’Arcais, Ruggero Orfei, Luigi Pedrazzi, Paolo Leon, Paolo Baratta, Vezio De Lucia, Italo Insolera, Gianfranco Amendola, Giuseppe Branca, Salvatore Sechi, Francesco Margiotta Broglio, Giancarlo Caselli, Adolfo Beria d’ Argentine, Staino, Lucio Dalla, Alberto Bevilacqua, Vincenzo Consolo, Italo Moscati.
inchieste e campagne
Nando Tasciotti rievoca il clima di squadra di quegli anni a via del Tritone, squadra di giornalisti e squadra di calcio: anche il Direttore partecipava alle partite contro i tipografi (sempre perdute) e contro gli altri giornali. E le inchieste, sulle nuove periferie romane, sul caporalato, gli appalti, gli stipendi dei sindaci, la riforma delle pensioni, gli statali, il difensore civico. E le campagne, “Ridateci la Befana”, per Roma pulita (con Emiliani e tanti redattori a ramazzare strade e piazze), “Wind of Rome”, per il ritorno dei turisti stranieri, per la navigabilità del Tevere: Emiliani discese per alcuni giorni il fiume dall’Umbria su un canotto, che a un certo punto si rovesciò.
signore e signorine
Claudia Terracina racconta l’arrivo delle donne in redazione. Fino agli anni ’70 c’era solo Nanda Calandri, addetta alla moda. “Il Messaggero non è un posto per signore e signorine”, sentenziava il Direttore-padrone, Alessandro Perrone. Nel ’75 fu assunta Gloria Satta, che ancora oggi scrive di cinema. E con Emiliani ne arrivarono tante. L’ondata più consistente con “I quartieri”, l’inserto che -rimasto unico nell’editoria della città- che si occupava delle numerose realtà di Roma, attorno e lontane dal centro. Arrivò Barbara Corrao, esperta di economia, seguita da Rossella Lama. Carla Massi diventò cronista esperta di Salute. Rita Sala spaziò dai palcoscenici teatrali, all’Opera, alle Filarmoniche, fino a inventarsi cronista di calcio, grazie a uno smisurato amore per la Roma. Anna Guaita scriveva (e ancora scrive) le sue corrispondenze da New York. Alle Province fu assunta Rita Pinci, che cominciò il suo percorso professionale nella redazione di Frosinone. Rita lavorò agli Interni per poi scalare tutti i gradini della carriera al desk, fino ad arrivare al ruolo di redattore capo e quindi di vice direttore sotto la direzione di Pietro Calabrese. E oggi dirige “Donna Chiesa mondo”, il mensile dell’Osservatore romano. Negli anni ’80 e ’90 allo sport Federica Re David da segretaria del Servizio diventò vice capo della Cronaca di Roma e poi vice capo del Politico. Alla Giudiziaria, un tempo terreno esclusivamente maschile, arrivò Fiorenza Sarzanini, ora vice direttore del Corriere della sera. E Marida Lombardo Pijola, formata nelle aule dei tribunali, diventò cronista politica ed inviata di costume, saggista e romanziera. Mariella Regoli faceva appassionare i lettori alle terribili gesta del “Canaro”.
grandi festival
Alfredo Gasponi parla dell’attenzione speciale del Messaggero -grazie a Emiliani- per la musica. Costante copertura per i grandi festival europei: Salisburgo, Bayreuth e Monaco, le “prime” alla Staatsoper di Vienna, i concerti di Arturo Benedetti Michelangeli, il Concerto di capodanno di Vienna diretto per la prima e unica volta da Karajan. Spazi per tutta la musica, dal gregoriano a rock, pop, jazz. Unico giornale italiano a dedicare una pagina intera al concerto Live Aid organizzato da Bob Geldof tra Roma e Filadelfia nel 1985. Emiliani era appassionato di Rossini e loggionista alla Scala.
Di Italia Libera Emiliani è Direttore onorario, il Direttore è Igor Staglianò.
cultura e ambiente
Vittorio Emiliani è nato a Predappio (paese di Mussolini) il 1° dicembre 1035 e ha vissuto a Urbino e a Voghera. Inviato al Giorno e poi al Messaggero. Qui sale tutti i gradini della gerarchia, da caposervizio a caporedattore centrale, fino a diventare Direttore. E’ autore di opere di vario genere, tra cui “I tre Mussolini” e “Benedetti maledetti socialisti”. Molti dei suoi libri hanno come temi i beni culturali e la difesa dell’ambiente. Si è iscritto al Psi nel 1958 ed è stato eletto deputato nel 1994. Il 3 febbraio 1998 viene nominato consigliere del Consiglio di amministrazione Rai. È stato membro del Consiglio di amministrazione dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, gestione dei concerti. Ha presieduto la Fondazione Rossini di Pesaro, dal 1990 al 1995.
(nella foto, Vittorio Emiliani)





