di LUDOVICO SARFATTI 

Nello stesso giorno in cui ProfessioneReporter ha pubblicato un’analisi sull’impasse nelle trattative tra sindacati e Fieg in merito alla procedura di liquidazione del Fondo previdenziale Casella, il “Coordinamento nazionale dei lavoratori poligrafici” ha ufficializzato l’apertura di un’interlocuzione istituzionale. Come anticipato e sostenuto da ProfessioneReporter in chiusura dell’articolo.

Il “Coordinamento dei lavoratori poligrafici” ha dichiarato di aver incontrato, venerdì 10 ottobre, il Sottosegretario Durigon, il quale sembra aver preso atto dell’obbligatorietà del Fondo e, di conseguenza, della tutela costituzionale dei risparmi dei lavoratori. Il comunicato indica anche una condivisione di massima col Sottosegretario sull’ipotesi di trasferimento delle posizioni previdenziali di lavoratori attivi e pensionati nell’Inps, dopo le necessarie verifiche tecnico-attuariali sul Fondo.

passaggio interlocutorio

Quali sono le novità di questo passaggio interlocutorio?

La prima essenziale indicazione è rivelata dal riposizionamento della discussione sul tema dei diritti maturati dai lavoratori, che verrebbero inquadrati al centro delle future prospettive e soluzioni. Non è di poco conto, se si considera che finora il confronto fra parti istitutive del Casella, fondo di destinazione dei poligrafici attivi (Byblos), Commissario straordinario e Covip aveva quasi esclusivamente imperniato la controversia su aspetti meramente tecnici.

La seconda rivelazione è determinata dalla stessa natura dell’incontro: a confrontarsi con il Governo sono stati lavoratori costituitisi in forma associativa, quale conseguenza dell’assenza di un aperto dibattito sindacale. Un caso di scuola, si potrebbe persino affermare, che terremota la rappresentatività delle tradizionali sigle sindacali di categoria. In linea con quanto avviene sul piano nazionale, dove a incalzare Cgil-Cisl-Uil è l’Usb, come assistito riguardo alle manifestazioni e al “sentimento nazionale” sugli avvenimenti internazionali.

aspetti finanziari

La risposta delle tre sigle confederali non è infatti tardata: trascorso il weekend, hanno indirizzato al Sottosegretario Durigon una richiesta di incontro, nella quale si ripercorre, in premessa, la cronistoria del Fondo dal 2020, ovvero dall’inizio dell’amministrazione straordinaria. Il solito approccio tecnicistico che fissa il dialogo e il quadro per gli interventi quasi esclusivamente sugli aspetti finanziari, che automaticamente marginalizzano il risultato ottenuto dal Coordinamento: la centralità dei diritti e dunque le tutele di Stato.

Centralità che nella lettera viene ulteriormente messa in dubbio quando Cgil, Cisl e Uil dubitano sulla correttezza dell’intervento dell’Inps: d’altronde, se la ricostruzione dei fatti del Fondo decorre dal 2020 – omettendo di fatto la natura obbligatoria per D.P.R. del 1962 e l’esercizio della deroga alla normativa concessa dal Ministero del Lavoro nel 1995 – si concede al Casella solo lo status di fondo complementare. Ripristinando una libertà privatistica ante D.P.R. che riserverebbe alle parti istitutive il diritto di auto liquidazione pattizia e senza richieste di autorizzazioni.

sondare alternative

Ci si chiederà perché mai i sindacati ostacolino i lavoratori che invece desiderano focalizzare anzitutto l’attenzione sui diritti costituzionali e il richiamo al coerente intervento dello Stato nella previdenza obbligatoria.

Probabilmente, una spiegazione può emergere dalla conclusiva richiesta contenuta nella lettera a Durigon: se il governo ha soldi da destinare ai poligrafici, dovrà prediligere il finanziamento dell’autoliquidazione già sottoscritta tra sindacati e Fieg. Tradotto: i sindacati non hanno alcun interesse a sondare alternative che non investono Byblos, neanche se dovesse vedere la partecipazione dell’Inps – riconosciuto da qualsiasi lavoratore come un porto sicuro – e lo Stato, nelle sue funzioni più alte del governo.

rango complementare

Convenire su diritti, principi e tutele e, a seguire, determinare gli strumenti per metterli in pratica, compatibilmente con le risorse pubbliche. Di contro, un’auto liquidazione sottoscritta tra le parti istitutive, amministratori del Casella fino all’attuale situazione, con la partecipazione, limitata ai lavoratori attivi, di un fondo dal rango complementare.

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6 Commenti

  1. Non esiste alcun dubbio a riguardo: intervento dello Stato, che avrebbe dovuto vigilare, e dell’Inps.
    Un Fondo obbligatorio per disposizione del Presidente della Repubblica non può essere alla mercé di accordi pattizi fra chi ha precise responsabilità che hanno portato all’attuale situazione. I lavoratori e pensionati poligrafici sono l’elemento fragile di quest’assurda condizione: obbligati a partecipare ma senza nessuna possibilità di intervenire nell’amministrazione. Non possono rimetterci sempre

  2. Mi piacerebbe vedere , forse in un programma della 7, uno spazio dedicato alla nostra causa, chiamando al contraddittorio persone del sindacato firmatari dell’ultimo accordo. Un sogno? Troppo sperare in un miracolo? È stata valutata questa opportunità? Grazie

  3. E’ inconcepibile quanto sta accadendo: i sindacati hanno sempre ripetuto di aver bussato alle porte del ministero senza che nessuno aprisse e adesso che c’è una possibilità di dialogo la chiudono loro la porta. Sono così aggrappati al fondo byblos, ma cosa nascondono dietro queste scelte?

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