Nuove frontiere della pubblicità. Il Corriere della Sera di mercoledì 22 ottobre parte con la sua consueta prima pagina ma, girandola, non si incontrano le classiche 2 e 3, bensì due pagine con impaginazione, titolazione e caratteri dell’ultima parte dello scorso Millennio. Tutti i pezzi parlano di un solo argomento: i delitti del mostro di Firenze, otto duplici omicidi commessi fra il 1968 e il 1985. Da “Spunta una Beretta 22: forse è l’arma del mostro di Firenze”, a “Bimbo sopravvissuto al Mostro. Il Dna rilancia la pista sarda”, a “L’accusatore scagiona Vinci: il Pm e la parte civile rinunciano”.
Il lettore è preda di un certo disorientamento. A un più attento controllo si avvede però che nelle pagine c’è un avviso: “E’ stato scritto tanto. Ma per capire la storia bisogna partire dalle origini. Il MOSTRO di Stefano Sollima. Netflix”. In alto a destra, in entrambe le pagine, c’è, in piccolo: “Sovracopertina speciale del Corriere della Sera per Netflix” (quest’ultima parola in rosso).
Alla fine del giornale, ultima pagina, sorpresa: un’altra serie di articoli d’epoca sul mostro di Firenze. In verticale, sulla costa: “Iniziativa speciale del Corriere della Sera per Netflix” (quest’ultima parola in rosso).
La parola pubblicità, mai.




