Il 14 luglio a pagina 18 del Corriere della Sera, in basso, c’era uno spazio pubblicitario. Parlava del disastro del Fondo Casella, previdenza complementare obbligatoria dei poligrafici, che ha cancellato i versamenti di 14mila lavoratori. C’è ora il progetto di farlo confluire in un fondo privato internazionale, Byblos.
“Stanno liquidando il Fondo Casella -dice il testo pubblicato sul Corriere a spese del Coordinamento dei lavoratori iscritti al Fondo Casella- il Fondo Nazionale di Previdenza per i Lavoratori dei Giornali Quotidiani istituito nel 1958 e reso obbligatorio con decreto presidenziale nel 1962. Una decisione presa da editori e sindacati che: interromperà le pensioni in essere; trasferirà con le tasche vuote i lavoratori attivi a un Fondo complementare; cancellerà anni di contribuzioni e diritti. Non è mai successo che venisse soppresso un Fondo previdenziale obbligatorio proprio mentre si incentiva il secondo pilastro previdenziale”.
Quindi, un appello ai ministri Giorgetti e Calderone, ai sottosegretari Durigon e Barachini, ai presidenti Bagnai e Pepe (Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale e Commissione di vigilanza sui fondi pensione): “E’ dovere istituzionale intervenire per far rispettare l’articolo 38 della Costituzione che al comma 4 prevede che siano ‘organi e istituti predisposti o integrati dallo Stato a garantitine la piena applicazione”.
I versamenti al Fondo sono iniziati a partire dal 1958. Il Fondo è commissariato dal 2020. Fino ad allora la gestione era stata responsabilità per il 50 per cento degli editori e per il 50 per cento dei sindacati dei poligrafici.
Il coordinamenti dei lavoratori del Fondo Casella ha questi indirizzi:
https://fondocasella.blog | coordinamentoiscritticasella@gmail.com





Sarebbe interessante la possibilità di una buona uscita, una specie di liquidazione calcolata non so come. Così non se ne parla più.