Domande chiave, rivolte sia a giornalisti dipendenti sia a freelance e Cococo: ti è mai capitato di essere stato contestato o penalizzato per il mancato raggiungimento di risultati non giornalistici, cioè risultati di marketing, di engagement? O di ricevere richieste di prestazioni che sconfinano nella pubblicità? O di ricevere pressioni per adeguare il tuo lavoro a una linea politica o di marketing?
Si trovano nel questionario “Una ‘libera’ professione?”, promosso dal Collegio dei Probiviri dell’Associazione Stampa Subalpina per i suoi iscritti in Piemonte, “per individuare, documentare e portare a conoscenza della categoria e della società civile le irregolarità, le violazioni, le scorrettezze che i giornalisti sono costretti a subire nell’esercizio della professione e anche nell’ambito dei rapporti di lavoro, screditando e umiliando la dignità giornalistica”. L’anonimato è garantito.
ritiro della firma
Ai giornalisti dipendenti viene chiesto, fra l’altro, se sono riconosciute loro la clausola di coscienza, il diritto a ritirare la firma, i compensi minimi del lavoro giornalistico (circa 17mila euro l’anno per praticanti alla prima assunzione); se sono applicati e rispettati tutti gli elementi contrattuali (come tredicesima e ferie); se le ore di lavoro in busta paga corrispondono a quelle effettivamente lavorate; se è stata ostacolata in qualche modo una richiesta di ferie, di maternità , di part-time o di lavoro agile; se sono state ricevute continuativamente richieste per mansioni superiori o inferiori a quelle contrattuali previste; se sono state riscontrate violazioni in tema di sicurezza, salute, rispetto delle pause e privacy.
documenti regolari
Ai freelance e Cococo viene chiesto quanto viene pagato un articolo; se il compenso rispecchia l’effettivo impegno e avviene con documenti contabili regolari e secondo quanto pattuito; se il pagamento avviene in tempi concordati; se il pagamento o lo svolgimento della prestazione sono condizionati dal raggiungimento di obiettivi aziendali, quali l’engagement o numero di like; se sono state apportate significative modifiche ai loro articoli, costringendo a mantenere la firma; se altri colleghi si sono appropriati dei loro articoli; se sono capitate offerte di lavoro gratuite del tutto, sotto forma di stage o con promesse di regolarizzazione (poi mantenute o no); se ritengono di aver maturato le condizioni che possono portare a un’assunzione; se hanno rinunciato o mai pensato di rinunciare al giornalismo.