Nel 2024 gli italiani hanno speso circa 160 miliardi di euro in giochi d’azzardo. Una cifra che fotografa un fenomeno radicato e in continua espansione. Più di 50 tipi di lotterie istantanee, oltre 300 mila slot machine diffuse sul territorio, la possibilità di scommettere ogni giorno su migliaia di eventi sportivi, reali e virtuali. Lo racconta nel servizio di copertina il numero di giugno di Scarp de’ tenis, mensile di strada.

Dietro queste cifre si nasconde il lato oscuro della dipendenza patologica dal gioco. Secondo le stime più recenti, sono più di un milione e mezzo gli italiani con comportamenti problematici legati al gioco. Si comincia per noia o per tentare la fortuna. E facilmente si entra in un meccanismo che genera isolamento, dipendenza, depressione. Il giornale racconta la storia di Rosanna e suo marito. “In certi momenti -dice lei- vorrei vedere mio marito morto”. È una storia di milioni di euro giocati e persi. Di debiti sconsiderati. Di interdizioni da 12 casinò italiani, sloveni e croati. Di password carpite e autoesclusioni da piattaforme di gioco italiane. Di fallimenti di aziende e detenzioni domiciliari. Una storia di dipendenza trasmessa ai propri figli.

Nel numero, poi, il teatro del pastore scultore Lorenzo Reina, la cena di solidarietà di Firenze, il modello cuneese contro il caporalato, i “nasi rossi” clown in corsia, la Pizzoteca nei quartieri spagnoli, le mine antiuomo e i Paesi che escono dalla convenzione di Ottawa, il Lussemburgo dove è vietato essere poveri, Luca, l’ex bambino dagli occhi di ghiaccio che ora ha una famiglia, “Same Hands”, gesti di cura che migliorano la vita in carcere.

Fra i collaboratori di Scarp de’ tenis, Piero Colaprico, Giorgio Terruzzi, Bianca Stancanelli, Giangiacomo Schiavi.

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