I giornalisti del Tg3 in una nota puntano su due temi che riguardano la guerra a Gaza. Chiedono a Israele, assieme a tante altre voci che si sono levate in questi mesi, di far entrare nella Striscia gli inviati internazionali. E chiedono che i giornalisti non siano un bersaglio. Di fronte alla drammatica situazione nell’enclave palestinese “l’opinione pubblica mondiale continua a non poter avere notizie raccolte in modo autonomo e indipendente. Agli inviati internazionali viene impedito di accedere per fare il loro lavoro in modo autonomo e sicuro’”. E intanto “oltre 200 colleghi sono stati uccisi in Palestina dall’inizio del conflitto, molti di più che in ogni altra guerra dell’ultimo secolo”.
L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti del Tg3 “all’unanimità, lancia un appello alle autorità israeliane affinché torni possibile adempiere al diritto-dovere di raccontare con obiettività quanto accade, in particolare alla popolazione civile. L’opinione pubblica deve poter vigilare sul rispetto del diritto internazionale e dei principi di umanità. Vogliamo proseguire nel racconto delle sofferenze di chi è innocente, a partire dai bambini, come abbiamo sempre fatto con il massimo dell’impegno e della professionalità fin dal terribile attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre”.
La redazione del Tg3 “osserva con preoccupazione la difficoltà crescente di testimonianza un po’ ovunque nel mondo, con i giornalisti divenuti target anche in Ucraina e altri contesti e con il rilascio dei visti giornalistici sempre più complicato in molti paesi, ostacolo spesso insormontabile e che limita il nostro lavoro”.