Ecco una storia di giornalismo negato. Riguarda il calcio e l’impossibilità di raccontare ai cittadini le cose che avvengono. Riguarda le restrizioni che vengono poste alla libertà dei giornalisti di informare.

Stadio Olimpico di Roma, 22 settembre, ore 18, Campionato di calcio di Serie A. Si gioca Roma-Udinese. Non è una partita qualsiasi, perché la Roma è sottosopra. Mercoledì 18 settembre l’allenatore Daniele De Rossi è stato licenziato dopo quattro sole partite della stagione 2024-2025. De Rossi -dopo Totti- è un simbolo per il tifo giallorosso: 616 partite in giallorosso, 63 gol. Romano e romanista. Lo sostituisce il croato Ivan Juric. Domenica mattina, prima di Roma-Udinese si dimette l’amministratrice delegata Lina Souloukou, considerata dai tifosi responsabile della cacciata di De Rossi, appena messa sotto scorta per le minacce ricevute. 

bandiere e valori

Insomma, la partita Roma-Udinese si svolge in un clima particolare ed è piena di aspetti interessanti e controversi, il pubblico vorrebbe conoscerli tutti. I tifosi della Curva Sud, da sempre il cuore del tifo romanista, decidono per solidarietà con De Rossi e per protesta contro la società (di proprietà degli americani Friedkin) di entrare nello stadio mezz’ora dopo l’inizio della partita, lasciando per trenta minuti gli spalti vuoti. Con uno striscione: “Non rispettate i nostri valori e le nostre bandiere… Da oggi torniamo alle vecchie maniere”. Firmato Curva Sud

Al trentesimo del primo tempo, puntualmente, i tifosi entrano a riempire la curva, ma né su Sky, né su Dazn, concessionarie per la trasmissione delle partite, gli spettatori a casa vedono l’inconsueta immagine di una curva che si riempie mentre si gioca. Timidamente, al minuto 42, i commentatori di Sky fanno sapere che che “da qualche minuto la Curva Sud ha ripreso a tifare”. Al minuto 59, finalmente, la prima inquadratura della Curva piena. 

“Normale” andamento

Cosa c’è dietro? Le immagini del campionato sono gestite in esclusiva dalla Lega Calcio (che riunisce le società di Serie A). E sono gestite in modo che nulla possa turbare il “normale” andamento delle partite. Lega Calcio amministra i diritti tv, produce e li vende per conto dei Club. 

Come ha scritto Vittorio Di Trapani su Professione Reporter cinque anni fa: “1- Le immagini della serie A sono prodotte da un unico soggetto. E sono uguali per tutti. 2- All’interno dello stadio non possono entrare altre telecamere. Pertanto nessun altro video è consentito se non quelli messi a disposizione dal Produttore dell’evento. 3- Ora addirittura si impedisce ai giornalisti seduti in tribuna stampa di scattare foto. Insomma, un tifoso può scattare una foto. Un giornalista in tribuna stampa no. Il diritto di cronaca è il dovere del giornalista di informare rispetto a fatti di interesse pubblico e di utilità sociale, e il diritto dei cittadini ad essere informati. Insomma, è una delle traduzioni operative dell’articolo 21 della Costituzione”.

Di conseguenza molti episodi che possono fare notizia vengono nascosti ai telespettatori. Niente proteste, manifestazioni, striscioni sconvenienti, invasioni di campo. Giornalismo addio.     

Professione Reporter            

(nella foto, la Curva Sud vuota, con lo striscione)                  

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