di SOFIA GADICI

Il Festival del Giornalismo di Perugia, giunto alla XVII edizione, si apre con un’aspra polemica. L’attacco al Festival e alla sua organizzatrice Arianna Ciccone è arrivato dalle colonne del Fatto Quotidiano il 19 aprile, direttamente da Marco Travaglio, da sempre ospite d’onore dell’evento.

Il direttore del Fatto ha spiegato la propria assenza nel ricco programma del Festival, lui che era il protagonista di un ormai tradizionale monologo al Teatro Morlacchi (sempre sold out), con queste parole: “Inizia a Perugia il Festival del Pensiero Unico, già Festival del Giornalismo che contribuimmo a tenere a battesimo nel 2006 e si era sempre avvalso delle firme del Fatto. Quest’anno non ci hanno invitati con scuse puerili: basta leggere il programma per capire che non c’è spazio per i pacifisti. Presto organizzeremo un appuntamento per i lettori umbri”.

“Antiamericanismo mascherato”

Le parole di Travaglio hanno colpito i tanti giornalisti che in questi giorni si radunano nella città umbra. Abbiamo tentato di raggiungere al telefono Arianna Ciccone per raccogliere un commento sulle parole di Travaglio, ma non abbiamo ricevuto risposta. L’organizzatrice dell’evento ha però fornito una replica attraverso la sua pagina Facebook: “Io ancora non ho ben capito perché negare supporto e diritto esistenza e resistenza agli ucraini sarebbe ‘pacifismo’. C’è stata sin dall’inizio questa appropriazione indebita della definizione, che prima o poi andrebbe scardinata. Io non li chiamo pacifisti, per me questa posizione non ha nulla a che vedere con il pacifismo. È antiamericanismo mascherato al punto da non riuscire a denunciare il delirio genocidario (verso esterno) e autoritario (verso interno) di Putin e della sua cerchia fascio-mafiosa (e se lo si fa è solo in maniera strumentale e ipocrita per sentirsi liberi di aggiungere ‘ma gli ucraini, ma la Nato, ma gli Usa’). Al punto da accettare la disintegrazione del diritto internazionale. Laddove scendemmo in piazza quando a farlo sono stati gli americani. Avete notato come gli stessi presunti pacifisti non dicono una parola sui rapporti che confermano i crimini russi contro umanità in Ucraina? Non dicono una parola sulle deportazioni naziste dei bambini ucraini? Non dicono una parola contro la repressione della dissidenza in Russia? Non dicono una parola contro la condanna a 25 anni del politico russo Kara-Murza che ha denunciato l’invasione russa, mentre si disperano ogni giorno per Assange (su cui noi abbiamo preso posizione da sempre, non oggi che si porta)? Non dicono una parola per le condanne a Navalny e il suo omicidio lento e inesorabile?”.

Allievi della scuola

Ciccone ha pubblicato anche un video con un commento: “In questa intervista dopo l’invasione della Georgia nel 2008, Putin nega che avrebbe mai aggredito la Crimea: la Russia riconosce i confini ucraini e non c’è nessuna disputa etnica. Sempre stato un fottutissimo criminale bugiardo”.

Altra assenza degna di nota al Festival del Giornalismo 2023 è quella dell’associazione degli Allievi della Scuola di Giornalismo di Perugia, a cui da tempo veniva riservato uno spazio al Festival. L’associazione ha sempre partecipato all’evento organizzando panel di rilievo e, nell’occasione, premiando i vincitori del premio Nuzio Bassi. L’anno scorso l’incontro organizzato dagli allievi di Perugia era incentrato sulla criminalità organizzata e aveva avuto come protagonista il procuratore antimafia Nicola Gratteri. Per loro quest’anno non c’è stato spazio e la premiazione per il Nuzio Bassi si terrà a Roma il 30 ottobre.

duecento eventi

Il Festival di Giornalismo di Perugia dura dal 19 fino a domenica 23 aprile. Partecipano più di 500 speaker provenienti da tutto il mondo. Quasi 200 gli eventi in programma.

L’Ucraina è protagonista di questa edizione. Si possono ascoltare i giornalisti che hanno documentato l’assedio di Mariupol, la città rasa al suolo durante il primo mese di guerra. Il team di Associated Press, formato da Mstyslav Chernov, Evgeniy Maloletka e Vasilisa Stepanenko è stato presente nella città fin dall’esplosione dei primi razzi, partendo appena prima della caduta di Mariupol. A Perugia parla poi la redazione del sito di informazione Kyiv Independent. E ci sono giornalisti russi in esilio, come Tikhon Dzyadko caporedattore di Dozhd (TV Rain) e Ivan Kolpakov, co-fondatore e redattore capo di Meduza, la più grande realtà mediatica russa indipendente, che ora lavora da Riga, in Lettonia.

Viene poi raccontata la storia di Jimmy Lai, storico editore di Hong Kong perseguitato dal governo cinese per le sue posizioni pro-democrazia. E’ presente di suo figlio Sebastien, che sta conducendo una campagna internazionale per far liberare il padre, incarcerato a vita dal 2020.

azioni vessatorie

Sono molti i paesi in cui i giornalisti devono misurarsi con minacce, abusi e rischi per la propria incolumità. Se ne parla grazie a un documentario, Endangered, che ha tra i suoi produttori il Premio Pulitzer Ronan Farrow. Ci sono il Premio Nobel Maria Ressa (via video) e Carole Cadwalladr, le due giornaliste che nel 2022 hanno subito il maggior numero di aggressioni online, persecuzioni giudiziarie e cause intimidatorie. Uno degli incontri è dedicato alla lotta contro le cosiddette SLAPP (“azoni legali vessatorie”), con la partecipazione di Sarah Clarke a capo di Article 19 Europa e Asia Centrale (una delle principali realtà internazionali impegnate nella difesa della libertà di espressione e informazione), Bojana Jovanović, vice direttrice di Crime and Corruption Reporting Network, Sielke Kelner di Media Freedom Rapid Response, che coordina il gruppo italiano di lavoro anti-SLAPP, e Roberto Saviano, che terrà anche un incontro con Corrado Formigli sul tema della libertà di informazione sotto attacco del potere.

Il 2022 è stato l’anno dell’Intelligenza Artificiale, grazie a programmi come ChatGPT. E’ previsto uno spazio riservato alle implicazioni che IA e machine learning avranno per il giornalismo. Il dibattito sulle tecnologie investe anche piattaforme come Twitter, acquistata l’ottobre scorso da Elon Musk, e i rapporti tra colossi digitali, stampa tradizionale e governi.

(nella foto, Mstyslav Chernov, Vasilisa Stepanenko e Evgeniy Maloletka )

10 Commenti

  1. E’ vergognoso il trattamento riservato al giornalista Marco Travaglio e al giornale da lui diretto. Sembra che nel nostro paese, purtroppo, lentamente l’aria stia pericolosamente cambiando. Tanti auguri cari Italiani che, anche se li avete votati in pochi, avrete una grossa responsabilita’ sul groppone.

  2. Non mi soffermo sull’analisi del termine “pacifismo”. Sono invece d’accordo a non inviare armi a chicchessia, soprattutto se il rischio/certezza che cadano in mani sbagliate ( leggi: naziste) è molto alto. L’odio che gli ucraini hanno manifestato nei confronti dei russi non è stato sufficientemente pubblicizzato dai “liberi” giornalisti. E purtroppo gli americani, nostri salvatori nella 2° g.m. si sono macchiati di crimini non diversi da quelli che ora combattono. ANZI PEGGIORI, In tutto il globo terrestre. Ciascuno difende la sua parte. Peccato che in questo festival la parte messa in evidenza sia quella sbagliata.

  3. Sottoscrivo parola per parola..virgole e quant’altro.
    La figura e il giornalismo di Travaglio a me personalmente crea veramente imbarazzo …solo a guardarlo freddo che trae linfa dalle critiche e dal disgusto vomitato nei confronti di chi non le va a genio…che critica i giornaloni ma che lui si che è espressione a senso unico del giornalismo italiano.

  4. Insomma è il festival dei giornalai e non dei giornalisti,che dovrebbero essere IMPARZIALI!!! Per sapere il significato cercare su vocabolario,se ancora riuscite a leggere

  5. La vostra e’ pura ipocrisia,gli ucraini..sono assassini. Testimone la storia…il vostro giornalismo( generalizzando) Faziso al servizio del padrone..o di qualche parte politica…l’informazione non e’ piu’ credibile,unico vero giornalista e Travaglio onesto e trasparente …continuate a servire l’America..il tempo .. çi dara’ ragione…

  6. E segno che l’Italia e una vera schiava del potere americano e segno preoccupante che il giornalismo e becero venduto le verità nascoste il pensiero non è più libero

  7. Non invitare Travaglio ritengo sia un grave errore. I suoi interventi riguardo alla guerra in Ucraina non sono mai stati filoputiniani, anzi, ma al contempo sostiene che continuare a fornire armi sempre più potenti a Zelensky non si favorisca la fine della guerra ma si corra il rischio di allargarlla pericolosamente verso un conflitto nucleare. E poi perchè non invitare anche Santoro ?. Ospitare opinionisti diversi fa parte di un giornalismo veramente democratico e non asservito ai potenti di turno. Non vi pare ?

  8. Ci sono giornalisti e giornalisti . Ci sono giornalisti che per un tozzo di pane seguono il pensiero unico di editori e politici .( destra e sinistra uguali sono) .Questi soggetti trovano terreno fertile ovunque questa è la via più facile ; ci vuole coraggio e grande capacità di giudizio nel dire la verità dei fatti.Travaglio è un grande giornalista.

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