Nella settimana dal 27 febbraio al 4 marzo sui principali giornali italiani c’erano in prima pagina 843 firme di uomini e 254 di donne. Editoriali e commenti in prima pagina: 147 uomini e 37 donne. Interviste a 182 uomini e a 62 donne. 

L’analisi è di “Sui Generis”, rassegna stampa mensile curata da GiULiA giornaliste Lombardia dal 2020. Ogni settimana una squadra composta da Gegia Celotti, Barbara Consarino, Laura Fasano, Paola Rizzi, Luisella Seveso, Maria Luisa Villa, Caterina Caparello legge in un’ottica di genere i giornali (il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Giornale, Il Messaggero, Avvenire, Domani, il Fatto quotidiano, Il Manifesto, Il Sole 24 ore, Qn, La Verità, Libero, La Gazzetta dello Sport, Tuttosport), secondo una lente quantitativa e qualitativa. Vengono contate le firme, editoriali e interviste, vengono esaminate le notizie che parlano di donne.

GiULiA giornaliste è un’associazione di giornaliste professioniste e pubbliciste fondata nel 2011 che si occupa di gender gap nel mondo dell’informazione, di linguaggio dei media e di contrasto alle discriminazioni.

Vediamo i capitoli della settimana già citata.

Elly e Giorgia. Si legge su “Sui Generis”- la vittoria inattesa di Elly Schlein alle primarie del Pd, 127 giorni dopo le elezioni di Giorgia Meloni, una bella scossa almeno al paternalismo l’ha data. La novità è considerata rilevante da tutti gli schieramenti: lo dimostrano le 8 pagine che Il Giornale ha dedicato alla Schlein il 28 febbraio, più di giornali ‘amici’ come la Stampa o Repubblica”. Il Giornale chiama Schlein “segretario” o “segretaria” a volte nella stessa pagina. 

Per restare sui giornali di centro destra, sulla Verità Marcello Veneziani spiega che “Schlein è l’avversario ideale, l’antagonista perfetto perché è l’esatta antitesi di ciò che siamo, pensiamo e vogliamo”. Sulle stesse pagine l’intervista a Marina Terragni, femminista, assai critica sulla segretaria: “Il suo è un pacchetto di idee del transumano, in cui troviamo l’utero in affitto, l’identità di genere, il sex work come libero lavoro, l’accettazione della sterilizzazione di fatto delle giovani donne e dei giovani uomini, rimandando continuamente il momento della genitorialità”.

Un tema ricorrente è il confronto tra il femminismo di Schlein e la concezione del femminile di Meloni, che giusto in questa settimana in un’intervista a Grazia, molto citata, ha spiegato la sua avversione all’ideologia gender e all’utero in affitto che trova l’appoggio di Arcilesbica. Per Michela Marzano, su Repubblica, Meloni e Schlein incarnano due visioni opposte della femminilità, e quindi anche della famiglia. La prima ha la testa rivolta verso il passato, e giudica, esclude, blocca all’interno di categorie rigide. La seconda guarda ciò che la circonda e sogna un futuro fatto di inclusione e alterità.

Diversa l’analisi di Monica Guerzoni sul Corriere, che parla di effetto emulazione scatenato dalla vittoria di Meloni. Un’emulazione che, sottolineano molti commentatori, ha spinto l’elettorato di sinistra a puntare su di lei, nonostante, come sottolineano Selvaggia Lucarelli sul Fatto e Annalisa Cuzzocrea sulla Stampa, Schlein non sia stata aiutata dalle altre donne del Pd. Secondo Lucarelli le donne del PD prima hanno accusato il partito maschilista dopo la sconfitta del 25 settembre, poi si sono aggregate al candidato Bonaccini, dato per vincente.

Flavia Perina sulla Stampa sottolinea il fair play tra le due leader, con possibili effetti collaterali positivi in una scena politica da anni dominata dal bullismo. “Ora che i due principali partiti italiani sono dominati da donne, ora che oltre 13 milioni di elettori, quasi la metà del totale, hanno come riferimento politico una donna, sarà più difficile proporre certi titoli sessisti, invitare i follower a raccontare cosa farebbero a Tizio o a Caia, raccontare una sindaca come patata bollente. I cavernicoli del maschilismo dovranno adeguarsi”. Forse troppo ottimista, visto che la rete, ma non solo, è stata invasa da meme volgari e dileggianti Shlein e che il sindaco di centro destra di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, ha diffuso messaggi ripresi dai giornali su Elly Schlein che somiglia ad un dromedario e un tweet: “E cosa volevate per 2 euro, Belen?”.

Parlamenti. Informa Avvenire che per la prima volta sul pianeta c’è almeno una donna in ogni parlamento. Secondo il report dell’Uip, organizzazione mondiale dei parlamenti, la quota rosa globale è del 26,5% sul totale mondiale di parlamentari. L’Italia con il 32,3% è al 56esimo posto su 186. Mentre in testa sono Ruanda e Cuba. Qui la classifica.

Cassazione. Tra le altre prime volte della settimana la nomina di una donna a Presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano.
Parità di genere. Sulla Stampa ampio servizio sul rapporto Women Business and Law della Banca Mondiale che mette in luce come il 2022 sia stato l’anno, degli ultimi 50, in cui meno si è fatto a livello legislativo per la parità di genere nel mondo. Per avere parità di diritti ci vorranno ancora 50 anni e le donne al momento hanno solo il 77% dei diritti degli uomini. L’Italia è fuori, di poco, dalla rosa dei 14 paesi con parità totale, con un tasso del 97,5 %. Abbiamo buone leggi ma restano le asimmetrie sociali.

E a questo proposito la demografa Alessandra Minello smonta la proposta della ministra alla famiglia, natalità e pari opportunità Eugenia Roccella, di un codice di autodisciplina a favore della maternità che le aziende dovrebbero sottoscrivere, perché mette in carico solo alle donne la genitorialità, secondo un modello vecchio.

Una ricerca di Manpower riportata da Il Sole 24 ore spiega che le donne sul lavoro chiedono più flessibilità e empatia dai loro manager ma, a sorpresa, un terzo preferisce il lavoro in presenza per la crescita personale e per staccare il tempo di lavoro da quello familiare.

Da segnalare che Coop, racconta Avvenire, lancia una campagna per la parità di genere favorendo l’accesso delle dipendenti nei ruoli dirigenti (oggi sono il 34,7 per cento). E premia i fornitori più virtuosi che hanno introdotto misure di welfare aziendale. Effetti collaterali della legge sulla certificazione di genere introdotta nel 2021 che concede benefici fiscali alle aziende.

Bulle. Una tredicenne è stata colpita a forbiciate da due coetanee nel mantovano. All’origine del gesto, invidie e gelosie. Da Arezzo a Mantova a Trieste dilaga la catena di violenze che colpisce le ragazzine tra 11 e 14 anni. Ad Arezzo 300 persone sono scese in piazza dopo l’aggressione a una 11enne con lo striscione “difendere è ok prevenire è meglio”. Per lo psicologo Matteo Lancini che interviene su Avvenire “va curato l’analfabetismo emotivo dei giovanissimi incapaci di esprimere rabbia e sofferenza e quindi spinti ad agire da soli o in branco”.

Mafia. Nella storia della latitanza di Matteo Messina Denaro ha rivestito un ruolo centrale la sorella Rosalia, arrestata questa settimana. Il Quotidiano Nazionale intervista Piera Aiello, ex moglie di un mafioso oggi collaboratrice di giustizia inserita nel 2019 dalla BBC fra le 100 donne più influenti al mondo, che parla del rapporto fra donne e criminalità organizzata in termini precisi: le donne sono sempre state ai vertici delle cosche, spietate come i maschi insegnano ai figli il codice mafioso. In questo campo il soffitto di cristallo è stato già rotto.

Forze armate. Scrive Valeria Di Corrado sul Messaggero che secondo il procuratore generale presso la Corte militare d’appello, Marco De Paolis non c’è una norma del codice dell’ordinamento che tuteli le donne appartenenti alle forze armate vittime di molestie sessuali da parte dei loro colleghi. Il procuratore chiede al legislatore di colmare questa lacuna, per sanzionare adeguatamente le condotte illecite, repressione da accompagnare ad un’efficace attività di formazione del personale militare, compresi i comandanti di corpo.

TikTok. Da segnalare anche il caso, ripreso da tutti i giornali, di una ragazzina di 16 anni di origini egiziane picchiata brutalmente dal padre perché ha fatto un video su TikTok senza velo, segnalato alla famiglia da parenti in Egitto. È riuscita a chiedere aiuto. Dopo le cure in ospedale ora è in una comunità, il padre denunciato a piede libero.

Avvelenate. Novecento studentesse, dalle elementari alle superiori, sono state avvelenate in alcune regioni dell’Iran. La cosa è iniziata a novembre, ma solo pochi giorni fa il presidente iraniano, Ebrahim Raisi ne ha parlato, accusando gruppi fondamentalisti che non vogliono che le ragazze vadano a scuola, sul modello talebano. Ma dopo il clamore della vicenda ora parla di complotti dell’Occidente.

Sport. Nella nostra personale classifica brilla sempre la Gazzetta dello Sport, che è riuscita per ben tre giorni su 6 a non avere nemmeno una notizia di sport femminile. Leggermente meglio Tutto Sport, anche se uno degli articoli di punta riguarda Camilla Giorgi, salita al 46° posto mondiale nel tennis. Più che delle qualità sportive, ci si occupa di come si sia scoperta bella attraverso i social: le sue foto pubblicitarie per l’intimo donna muovono truppe di commentatori con il pollice su.

Giustizia sociale. Intervista di Repubblica a Tamara Tenebaum, filosofa e femminista argentina, cresciuta in una comunità ebrea ortodossa, sulla quale ha scritto un romanzo. Alla domanda “cos’è rivoluzionario per lei oggi?”, risponde così: “La giustizia sociale. Se un bambino nasce in una famiglia povera non ha le stesse possibilità di chi appartiene alla classe media. I privilegi che ti derivano dalla ricchezza mi sembrano intollerabili. Nelle questioni di genere abbiamo fatto passi in avanti, anche nella lotta al razzismo, mentre le divisioni di classe persistono immutabili”.

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