(A.G.) Giornali e giornalisti, stampa e Tv non esistono più. Quindi le persone, i cittadini non sanno più nulla di cosa accade.

O meglio, sanno soltanto quello che loro stessi o tutte le persone scrivono sui social. Che però sono controllati da un’unica, immensa organizzazione.

Questa visione è sullo sfondo dell’ultimo libro di Dave Eggers, “The Every”. L’azione è collocata in un futuro non definito. Nel 2013 Eggers aveva scritto “Il Cerchio”, storia della più influente azienda al mondo nella gestione delle informazioni web, un grande motore di ricerca nella cui sede modernissima e attrezzatissima si può lavorare e vivere, produrre, divertirsi, trovare l’amore e le amicizie. E soprattutto rinunciare alla propria privacy.

tutte le conversazioni

In “The Every” si fa un passo avanti, il Cerchio ha acquisito “The Jungle”, nome che evoca Amazon e a questo punto il controllo del mondo diventa pressoché totale. Every inventa e crea una serie di App che intaccano man mano ogni residuo di vita interiore, tutto diviene pubblico, in nome della sicurezza. E in nome della sostenibilità delle scelte personali. Esempio: “HereMe” ascolta tutte le conversazioni nelle case e, quando i toni si alzano, chiama direttamente la polizia. Lo scopo è evitare abusi sui minori. Oppure, “SumNum”, un numero da 0 a 1000 che comprende tutto, dalla culla alla tomba: voti a scuola, problemi comportamentali dell’infanzia, giorni di assenza, voti al college, voti agli esami, comportamenti criminali, richiami sul posto di lavoro, multe, viaggi sospetti, percorsi anormali. Un numero utilizzato per decidere assunzioni, matrimoni, amicizie.

osservatori e intermediari

Ma quello che ci interessa sono i passaggi sul giornalismo, che in questo avvenire è uscito di scena.

A pagina 125 dell’edizione italiana (Feltrinelli) la protagonista Delaney (intenzionata a far saltare il sistema Every) e il suo amico Wes vanno sulla spiaggia con il cane e sono fermati da un sorvegliante, che spiega: “Nuova ordinanza comunale. C’è gente che è annegata in questa spiaggia, ciò sono stati anche diversi furti. Per entrare in spiaggia ci si deve registrare con il telefono o l’Oval. Serve a proteggere lei e gli altri”. L’Oval è un orologio pieno di funzioni che misurano ogni atto della vita. “Sulla strada verso casa Delaney era furiosa. La colpa era di Every: un altro spazio pubblico era stato compreso nel loro campo di sorveglianza. Ed era arrabbiata anche per il fatto di non sapere niente di questa nuova restrizione. D’altronde come avrebbe potuto saperlo? Non esistevano più i telegiornali locali. Con la poca pubblicità rimasta, e gli attacchi continui dal pubblico e con l’accusa di essere predatorio e parassitario -la gente non si fidava più dei filtri, dei curatori, degli osservatori e degli intermediari- il giornalismo era morto serenamente nella sua solitudine”.

solo social media 

Più avanti, pagine 260-261: “Nel giro di qualche settimana centinaia di umani trasferirono le loro tende in un anello di stracci tra il mare brutto e sempre più alto della Baia e il campus Every, spettacolo che faceva da duro promemoria di cosa succede quando una società ha una rete di sicurezza ormai logora e nessun piano per chi cade tra i buchi di quella rete -e, a maggior ragione, di cosa succede quando le più grosse aziende dello stato e della nazione e del mondo trovano sempre qualche modo per evitare di pagare le tasse. Quando qualcuno tirò fuori l’argomento -sui social media visto che ormai il giornalismo non c’era più- Mae Holland diede una risposta geniale. ‘Questi umani si meritano il nostro rispetto e meritano di vivere con dignità. Stiamo collaborando con stato e governo locale a delle soluzioni di lungo periodo per tutte queste persone’”. Mae Holland è la titubante protagonista del Cerchio, ora salita al vernice di The Every.

ricontrollare da capo

Più avanti, pagina 371: “Siccome la stampa locale non esisteva più, e l’evento non era stato filmato, la storia che una piccola combriccola di persone non alloggiata se l’era data a gambe con mezzo milione di dollari in prodotti Every nuovi fiammanti non ebbe la diffusione che meritava”. Pagina 463: “Ma un giorno prima o poi la verità sarebbe uscita fuori, pensò. Una giornalista, un’agenzia di stampa, avrebbe messo  insieme i pezzi, condotto interviste, esaminato documenti, chiamato la gente proprio al telefono come si faceva prima, avrebbe fatto il fact check-in, ricontrollato tutto da capo, e in sei mesi, in due anni, finalmente avrebbe capito chi c’era dietro alla bomba: chi è che aveva ucciso Soren e gli altri, chi è che aveva quasi ucciso Delaney. Si rese conto che stava uscendo di testa. Non c’erano giornalisti e non c’era la stampa. Come poteva aver dimenticato?”.

Verso la fine, pagina 537: “Una Everyone aveva trovato la morte precipitando in un canyon dell’Idaho, disse. Aveva lasciato il sentiero battuto, aveva affrontato la natura incontaminata senza telefono, non geolocalizzabile, non vista. Mae si era premurata di cercare una seconda fila di impronte, più pesanti, da maschio, qualora la polizia avesse indagato, ma non stavano indagando. Tutto ciò che non era filmato non veniva indagato, e siccome non esisteva il giornalismo, quella morte risultò astratta e incomprensibile: ennesima prova che c’erano parti del mondo non mappate e pericolose; i non visti si mettevano continuamente in pericolo”.

(nella foto, Emma Watson e Tom Hanks nel film tratto da “Il Cerchio”)

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