Altan, il principe dei disegnatori lascia L’Espresso, dopo 31 anni. Makkox, disegnatore di successo, co-conduttore di Propaganda live su La7 lascia L’Espresso. A Mauro Biani, disegnatore de la Repubblica, è stata interrotta la rubrica “Taglio alto”. Non vogliono proseguire con la nuova proprietà, quella di Danilo Iervolino, che ha rilevato lo storico settimanale dalla Gedi di John Elkann e a novembre ha rimosso il Direttore Lirio Abbate, subentrato a Marco Damilano, che si era dimesso subito dopo la vendita. Abbate è ancora nei ranghi dell’Espresso con la qualifica di capo redattore.

Avevano già lasciato Michele Serra, Barbara Alberti e Michela Murgia. E’ rimasto il filosofo Massimo Cacciari. 

Marco Forlani, amministratore delegato di Bcf Media, la nuova società proprietaria assieme ad Espresso Media, Alessandro Mauro Rossi, nuovo Direttore e Danilo Iervolino, azionista di maggioranza, l’11 gennaio hanno presentato il nuovo Espresso a Roma. I giornali si giudicano in edicola (o sul web), ma vediamo i concetti più significativi che sono stati dichiarati. 

“Fare molto di più”

“L’Espresso continuerà ad essere il settimanale della politica, della cultura e dell’economia. Nella politica ci aspettiamo un più largo raggio di interesse, che si occupi di tutto il mondo della politica, anche in modo costruttivo (Marco Forlani, ad). 

“Nella cultura c’è da fare molto di più” (Marco Forlani). 

“Nell’economia c’è da fare molto di più. Oggi ci si limita ad alcune inchieste, a volte poco approfondite. Bisogna parlare anche dei casi di eccellenza. Collaborare con il mondo delle imprese, anche piccole e medie. Raccontare l’internazionalizzazione delle aziende” (Marco Forlani). 

“La premessa è la totale, assoluta autonomia della linea editoriale rispetto a editore e management” (Marco Forlani). “Vogliamo mantenere e rafforzare l’identità dell’Espresso. Il focus resterà sui diritti, contro la violenza, per la meritocrazia, sulla denuncia dei crimini, le irregolarità, l’illegalità. Ma anche ciò che accade di positivo nel nostro Paese” (Marco Forlani). 

“Dalle inchieste ci aspettiamo qualcosa di più analitico e profondo rispetto alla mera lettura delle situazioni. Maggior numero di informazioni incrociate dal maggior numero possibile di fonti. Si indaghi su ogni fronte. Ma lealmente” (Marco Forlani).

“Speriamo di continuare a essere abbinati con Repubblica in edicola” (Marco Forlani).

start up e space economy

“Ho trovato un ambiente fantastico, un giornale diverso, che ha mantenuto la sua anima corsara, barricadiera” (Alessandro Mauro Rossi, Direttore). 

“L’anima non si può vendere. Io sono stato sempre da una parte” (Alessandro Mauro Rossi). 

“L’anima dell’Espresso è combattiva, progressista, laica, indagatrice. Non cambierà, ma si allargherà. Ci occuperemo anche di scuola, università, start up, space economy, imprese”. (Alessandro Rossi). 

“Chi dice che non facciamo inchieste potrà leggere Sergio Rizzo sulla magistratura amministrativa, chi dice che non siamo indagatori, può leggere Gianfrancesco Turano su Abodi e Lotito, chi dice che non ci occupiamo di cultura in modo intelligente può leggere Sabrina Minardi sugli eco-musei” (Alessandro Mauro Rossi).

“L’Espresso si occupava del pastore errante dell’Asia, ora parleremo delle mostre immersive” (Alessandro Mauro Rossi).

“Un grande vecchio dell’editoria mondiale aprirà ogni numero con una gallery di foto, selezionata da lui e intitolata “Io c’ero” (Alessandro Mauro Rossi). 

la congrega e la vergogna

“C’è la crisi della carta stampata? No, c’è la crisi del giornalismo. Perché i giornalisti sono noiosi. Io sono iscritto all’Album e mi vergogno di appartenere a questa congrega” (Oliviero Toscani, fotografo). 

“Faremo vedere tutto ciò che succede nel mondo ma i giornalisti non fanno vedere. Tutto ciò che riguarda la contemporaneità” (Oliviero Toscani). 

amare significa

“Qualcuno se n’è andato dall’Espresso. Io sono della generazione di ‘Love Story’, in quel film si diceva: ‘amare significa non dover dire mai: mi dispiace’. Chi è andato via non amava abbastanza L’Espresso. Non ha avuto il coraggio di misurarsi con le novità” (Alessandro Mauro Rossi, Direttore). 

“Ci saranno dei nuovi campioni: Sergio Rizzo, Carlo Cottarelli, Maurizio Costanzo, Virman Cusenza, Luciano Barca, Enrico Giovannini, Francesca Barra” (Alessandro Mauro Rossi). 

“Non vogliamo essere nemici delle imprese né della pubblicità. Non è che se uno ci dà mille euro, poi scriviamo quello che vuole lui” (Alessandro Mauro Rossi).

discesa in politica 

“Rimarrete delusi. Giovane, in doppio petto, proprietario di una squadra di calcio: ci voleva la discesa in politica. No! Questo è un progetto editoriale che non deve aiutare me” (Danilo Iervolino, principale azionista). 

“Sono un imprenditore, uno startupper, un tecnologo. Un rivoluzionario, un sovversivo” (Danilo Iervolino).

 “Che giornale sarà? Di inchiesta, pungente, contro le illegalità. Progressista, audace, sacrale, austero e sereno. Green, per le smart city e l’industria 4.0. Romperà gli schemi, combatterà le rendite di posizione di un Paese curvato sui privilegi. Avrà un’attenzione spasmodica per i giovani nelle scuole e nelle università” (Danilo Iervolino). 

elefante e cristalliera

“Parleremo a tutti, anche agli ultimi. Ci faremo contaminare. Saremo il giornale dei lettori, non dei giornalisti. Oggi non c’è un giornale del genere. Saremo un giornale elefante nella cristalliera” (Danilo Iervolino). 

“Non ci sarà furore ideologico. Spegneremo ogni furore ideologico” (Danilo Iervolino). 

“Nell’editoria nessuno ha voluto osare, è un settore grigio, cupo, in naftalina” (Danilo Iervolino). 

“Saremo un gruppo funambolico, che parla la lingua del digitale. Noi siamo il digitale, rappresentiamo il digitale. Non basta fare i podcast per essere Fedez con un milione di followers. Non basta andare su TikTok, come certi politici, per conquistare i giovani” (Danilo Iervolino). 

processo linguistico

“La vera innovazione non è stata la lavatrice o la lavastoviglie, è stata la minigonna: un concetto di emancipazione culturale, che ha migliorato l’umanità, un processo linguistico” (Danilo Iervolino). 

“Talete è stato per tre anni immobile, poi ha inventato la filosofia. Noi faremo la stessa cosa inventando l’editoria” (Danilo Iervolino). 

“Tutto stava morendo peer consunzione. Noi faremo edu-info-taiment, educazione, informazione e intrattenimento” (Danilo Iervolino). 

proattivo e partecipativo

“Abbiamo creato Net-zine, network magazine, dove il lettore dialoga con noi e con altri come lui, racconta fatti e disagi, fa denunce. Giornalismo proattivo, partecipativo” (Danilo Iervolino). 

“Cambiare l’umore, l’atmosfera, la visione della vita, dare ai giovani la forza di cacciare fuori la loro effervescenza creativa, per tornare il Paese sognatore, del made in Italy, delle cose belle e fatte bene”. 

Appuntamento con il nuovo Espresso (“colui che si sa esprimere e che va veloce”, secondo Danilo Iervolino), il 15 gennaio.

Professione Reporter

(nella foto, Danilo Iervolino con Alessandro Mauro Rossi)

8 Commenti

  1. Sono entusiasta.. scendono in campo i nuovissimi Maurizio Costanzo e Luciano barca… per un editore che ha dimostrato qualche giorno fa di volere un prodotto disteso come un tappetino… per restare sulla moda si può dire “sotto la minigonna nulla”

  2. Altan e Makkox via???
    non leggerò più l’espresso sicuro. Era da quarant’anni che lo leggevo ma c’è un limite a tutto!!!

  3. I migliori vanno via, resta quello di cui si sarebbe potuto tranquillamente fare a meno (il barbuto “filosofo” veneziano). E ho detto tutto…

  4. Fa molto male e ci vorrà molto tempo per riprendersi da tanta presunzione, ignoranza, stupidità, bassezza culturale, mancanza di intelligenza, ciarpame intellettuale, supponenza…
    Spero solo che, dopo questa crudele e tristissima esperienza (che mi auguro sia la più breve possibile), L’Espresso torni tra mani imprenditoriali culturalmente più rispettose della sua storia e dei suoi valori, con buona pace di Elkann e suoi “successori”

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