A proposito di “Reinseriti negli Albi professionali 30 giornalisti ebrei espulsi dal fascismo”, vorrei segnalare che Moravia non è uno pseudonimo, ma un cognome errditato dalla famiglia paterna a seguito di una adozione -non ricordo se del padre Carlo o altro membro della famiglia- da parte di un ricco ebreo veneziano rimasto senza figli e che desiderava lasciare che il proprio cognome gli sopravvivesse. L’adozione poi di questo cognome da parte di Alberto Pincherle Moravia non ha nulla a che vedere con problemi di antisemitismo, ma semplicemente dal fatto che alla pubblicazione del primo articolo (se non ricordo male nel 1927, due anni prima della pubblicazione de “Gli Indifferenti”) a firma Alberto Pincherle, la redazione della rivista ricevette una lettera da parte di altro Alberto Pincherle, ordinario di Storia delle religioni alla Sapienza, che misconosceva la paternità di quell’articolo. Per questo dopo questo episodio Alberto Pincherle decise di firmarsi da allora Alberto Moravia. Si può leggere l’intervista autobiografica di Elkann a Moravia, “Vita di Moravia”, pubblicata da Bompiani. Moravia, sicuramente utilizzò nella pubblicazioni successive di articoli e racconti diversi pesudonimi, tra cui Tobia Merlo, anagrammando il nome Alberto, o il più noto Pseudo, questo sì effettivamente adottato da Moravia nel 1941 a seguito del divieto da parte delle autorità di firmarsi con il proprio nome. Sarebbe opportuno che una serie di imprecisioni riguardo a questa storia, purtroppo anche in Wikipedia, vengano corrette.
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