Dodici inviati di guerra, carichi di esperienze in tutto il mondo, firmano una lettera per criticare come i media (soprattutto i più grandi e diffusi) raccontano la guerra fra Russia e Ucraina. Affermano che viene “accreditato soltanto un pensiero dominante e chi non la pensa in quel modo viene bollato come amico di Putin e quindi, in qualche modo, di essere corresponsabile dei massacri in Ucraina”. I firmatari si dichiarano “solidali con l’Ucraina e il suo popolo”, ma si domandano “perché e come è nata questa guerra”. Chiedono “un’analisi profonda su quello che sta succedendo e, soprattutto, sul perché è successo”.

I dodici sono Massimo Alberizzi, ex Corriere della Sera, Remigio Benni, ex Ansa, Tony Capuozzo, ex Tg 5, Renzo Cianfanelli, ex Corriere della Sera, Cristano Laruffa, fotoreporter, Alberto Negri, ex Sole 24 ore, Giovanni Porzio, ex Panorama, Claudia Svampa, ex Tempo, Vanna Vannuccini, ex Repubblica, Angela Virdò, ex Ansa, Giampaolo Cadalanu, ex Repubblica, Giuliana Sgrena, il manifesto. Nomi e carriere prestigiose, una vecchia guardia che non è d’accordo con ciò che vede. La loro lettera è destinata a creare polemiche e aspri dibattiti. La lettera è ripresa dal sito Senza Bavaglio.

mine antiuomo

Scrivono: “Osservando le televisioni e leggendo i giornali che parlano della guerra in Ucraina ci siamo resi conto che qualcosa non funziona, che qualcosa si sta muovendo piuttosto male. Noi siamo o siamo stati corrispondenti di guerra nei Paesi più disparati, siamo stati sotto le bombe, alcuni dei nostri colleghi e amici sono caduti durante i conflitti, eravamo vicini a gente dilaniate dalle esplosioni, abbiamo raccolto i feriti e assistito alla distruzione di città e villaggi. Abbiamo fotografato moltitudini in fuga, visto bambini straziati dalle mine antiuomo. Abbiamo recuperato foto di figli stipate nel portafogli di qualche soldato morto ammazzato. Qualcuno di noi è stato rapito, qualcun altro si è salvato a mala pena uscendo dalla sua auto qualche secondo prima che venisse disintegrata da una bomba”.

Testimoniano che la guerra l’hanno vista davvero e dal di dentro. E per questo non condividono come oggi viene rappresentato il conflitto in Ucraina, il primo di vasta portata dell’era web avanzata.

strage nel teatro

Continua la lettera: “Siamo inondati di notizie, ma nella rappresentazione mediatica i belligeranti vengono divisi acriticamente in buoni e cattivi. Anzi buonissimi e cattivissimi. Ma non è così. Dobbiamo renderci conto che la guerra muove interessi inconfessabili che si evita di rivelare al grande pubblico. Inondati di notizie, ma nessuno verifica queste notizie. I media hanno dato grande risalto alla strage nel teatro di Mariupol ma nessuno ha potuto accertare cosa sia realmente accaduto. Nei giorni successivi lo stesso sindaco della città ha dichiarato che era a conoscenza di una sola vittima. Altre fonti hanno parlato di due morti e di alcuni feriti. Ma la carneficina al teatro, data per certa dai media ha colpito l’opinione pubblica al cuore e allo stomaco”.

La propaganda -secondo i dodici inviati- ha una sola vittima il giornalismo.

“Chiariamo subito: qui nessuno sostiene che Vladimir Putin sia un agnellino mansueto. Lui è quello che ha scatenato la guerra e invaso brutalmente l’Ucraina. Lui è quello che ha lanciato missili provocando dolore e morte. Certo. Ma dobbiamo chiederci: ma è l’unico responsabile? I media ci continuano a proporre storie struggenti di dolore e morte che colpiscono in profondità l’opinione pubblica e la preparano a un’inevitabile corsa verso una pericolosissima corsa al riarmo. Per quel che riguarda l’Italia, a un aumento delle spese militari fino a raggiungere il 2 per cento del Pil. Un investimento di tale portata in costi militari comporterà inevitabilmente una contrazione delle spese destinate al welfare della popolazione”.

principi della tolleranza

L’emergenza guerra -sostiene la lettera- sembra aver fatto accantonare i principi della tolleranza che dovrebbero informare le società liberaldemocratiche. Viene invece accreditato un pensiero dominante e chi non lo segue è bollato come amico di Putin e in qualche modo accurato di essere corresponsabile dei massacri in Ucraina.

“Noi siamo solidali con l’Ucraina e il suo popolo, ma ci domandiamo perché e come è nata questa guerra. Non possiamo liquidare frettolosamente le motivazioni con una supposta pazzia di Putin. Notiamo purtroppo che manca nella maggior parte dei media (soprattutto nei più grandi e diffusi) un’analisi profonda su quello che sta succedendo e, soprattutto, sul perché è successo. Questo non perché si debba scagionare le Russia e il dittatore Vladimir Putin dalle loro responsabilità ma perché solo capendo e analizzando in profondità questa terribile guerra si può evitare che un conflitto di questo genere accada ancora in futuro”.

Le adesioni alla lettera sono aperte. Chi vuole può mandare un sms o un whatsapp al numero 345 211 73 43.

(nella foto, Alberto Negri)

36 Commenti

  1. “Chiariamo subito: qui nessuno sostiene che Vladimir Putin sia un agnellino mansueto. Lui è quello che ha scatenato la guerra e invaso brutalmente l’Ucraina. Lui è quello che ha lanciato missili provocando dolore e morte. Certo. Ma dobbiamo chiederci: ma è l’unico responsabile?”.

    Risposta: si.

    • In 8 anni, quando in Ucraina i civili perdevano la casa il lavoro e la famiglia a nessuno è venuto in mente di capire cosa succedesse. L’escalation non è iniziata a febbraio 2022, ma nel 2014. Siamo tutti complici dell’ipocrisia collettiva

    • Tu non sei sportivo, sei un tifoso. Io sono d’ accordo su tutto quello che affermano e, certamente, se la maggior parte dei giornalisti fosse meno di parte avremmo affrontato diversamente sia la pandemia sia questa fase di guerra e soprattutto l’ Italia ne sarebbe uscita meno spossata economicamente..

  2. Siamo immersi nel pensiero unico, ce ne siamo resi conto molto bene anche nella gestione del Covid e adesso nella questione Ucraina…

  3. Grazie per questa vostra lettera che considero importante e preziosa, per comprendere e agire con responsabilità.

  4. Perché non dite apertamente che in questa guerra, come in tutte le altre sparse per il mondo, c’è lo zampino degli stati uniti?
    Nel loro DNA c’è solo la guerra
    Sanno fare solo la guerra, e a casa degli altri naturalmente, così non pagano neppure i danni

  5. Sono del tutto d accordo con la vostra analisi e ringrazio Dio che, in questo oceano di luride menzogne, esistano ancora giornalisti onesti come Voi.
    Penso che sia necessario riunire le forze di tutti quelli che lottano per la verita e per il bene dei popoli, contro questa mostruosa deriva autoritaria, che, prima con la pandemia e ora con questa guerra, mira a imporsi su tutto il pianeta.
    Come ha proposto Alessandro Meluzzi queste forze potrebbero avere come guida il Cardinale Carlo Maria Viganò. Grazie di cuore e… Di mente

  6. Avete ragione, spero vivamente che possiate continuare a parlare, a testimoniare che esiste ancora il guiornalismo ed il libero pensiero in Italia.

  7. Condivido la condanna di un giornalismo servile ed allineato, che già in tempo di pandemia ci ha martellato dalla mattina alla sera. L’informazione deve essere libera e approfondita, raccontare la complessità delle situazioni, denunciare soprusi e violenze

  8. Sono convinta che voi sappiate di più ma non parlate. Vi limitate a dire che servono analisi più profonde. Mettete in discussione senza comprovare nulla. Se devo dubitare di quello che ci fanno vedere, siccome voi non date un alternativa perché dovrei ascoltarvi? Invece che mettere solo in discussione, siete sul campo, portate prove concrete.

  9. Vergognosa è la situazione della stampa governativa in relazione ad eventi di tale portata.
    Le responsabilità sono tante e dirette nel tempo dai due fronti imperialisti contrapposti. Da un lato l’imperialismo oligarchico postcomunista e dall’altro l’imperialismo capitalista postdemocratico. Ho avuto la lunga ventura di vivere e lavorare in entrambi negli anni. Non può esistere una corretta e pertinente informazione senza una conoscenza profonda effettuata all’interno della propria vita e del proprio pensiero.

  10. Concordo su tutto, tranne sulla questione del 2% per le spese militari, è sbagliato e fuorviante parlare di riarmo.

  11. È vero che la prima vittima della guerra è la verità. Però secondo alcuni benpensanti c’era un sistema per evitare queste devastazioni e queste stragi bastava che gli ucraini avessero accolto i carri armati russi con applausi, fiori e con qualche tappeto rosso.

  12. Sono d’accordo sull’analisi di questo momento drammatico non solo per gli ucraini, ma per tutti i popoli in guerra e anche per noi che non riusciamo a gestire in modo intelligente e lungimirante questa cosa più grande di noi perché la guerra non l’abbiamo mai vissuta. Non sono invece d’accordo con chi paragona questa situazione di delirio “interventista” (in modo indiretto, vi armiamo e voi combattete) con la pandemia Covid e i suoi negazionisti, non c’è nessun parallelismo.

  13. Condivido pienamente, tutte le guerre portano morte e distruzione, e spesso le guerre partono da ingiustizie e mancanza di verità….se vogliamo evitare altri massacri dobbiamo trovare la strada del dialogo e comprensione reciproca e non continuare ad inviare altre armi

  14. Firmatari a cui va tutta la mia stima .Ex ex ex ex domandiamoci perché ..per poter dire la verità o cercare di farlo bisogna diventare ex ; domandiamocelo

  15. Devo ammetterlo: ho paura. Il clima di attesa, la gente che sembra voler non interessarsi direttamente di ciò che sta succedendo, l’ informazione un’ unilaterale con l’ unico obiettivo di condizionarci. Non vi è nessun movimento popolare che si opponga ad un piano inclinato inesorabile che ci porterà inesorabilmente a fare parte di questa guerra.

  16. Chi cominciava ad avere dubbi riguardo alla narrazione unica del Covid veniva ostragizzato, ora l’operazione continua con l’Ucraina. Giornalismo di carta e on line sono strumenti potenti come le armi. Non permettiamo che siano usati contro di noi.

  17. Indubbiamente questa guerra è sbagliata, è stato un errore di valutazione da parte degli strateghi russi…., Ma certo anche gli americani hanno rischiato la terza guerra mondiale per evitare basi missilistiche russe a Cuba.
    Putin continua un invasione “con il freno a mano tirato” e la guerra è quasi più “social” che sul campo e qui il premier ucraino gioca in casa…… Il problema è che non è un videogioco e le persone muoiono davvero.
    Ma la vera differenza, è ….come direbbero a Livorno….. “Tra Biden e J.F.K. ci corre una ceca !!!”

  18. D’accordo che i media spingono troppo, ma secondo me il vostro mestiere è indagare bene e fare articoli veritieri. Le chiamate alle analisi del perchè della guerra sono anche giuste, ma in questi gironi vorrei più sapere cosa fanno e cosa non fanno sia i russi sia gli ucraini.

  19. Tu non sei sportivo, sei un tifoso. Io sono d’ accordo su tutto quello che affermano e, certamente, se la maggior parte dei giornalisti fosse meno di parte avremmo affrontato diversamente sia la pandemia sia questa fase di guerra e soprattutto l’ Italia ne sarebbe uscita meno spossata economicamente..

  20. Seguo il blog di Luca Lovisolo che spiega bene quello che è successo e che sta succedendo: https://www.lucalovisolo.ch/
    Analizza e spiega l’attualità internazionale, in particolare l’Europa dell’est e la Mitteleuropa, come ricercatore indipendente. Si occupa anche di traduzione giuridica.
    Se lo leggete capirete un po’ meglio spero. Io non sono per la guerra, il vero problema è che la Russia invece si, lei è per la guerra. Quindi? Cerco soluzioni

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