I due più grandi quotidiani italiani, sul caso della Super Lega di calcio, hanno i loro intervistati di riferimento.

La Repubblica, il 21 aprile, dà la parola ad Andrea Agnelli, uno dei dodici presidenti (Juventus) coinvolti nel super progetto abortito, cugino di John Elkann, che è presidente della Gedi editrice del quotidiano.

Il Corriere, il 21 aprile, ascolta Urbano Cairo, uno dei presidenti (Torino) esclusi dal progetto, presidente di Rcs,  editrice del quotidiano.

Due pagine, 14 e 15 la Repubblica. Quasi tutta pagina 13 il Corriere. Entrambe le interviste sono richiamate sulle prime pagine.

cento per cento

Sulla Repubblica, l’intervista, intitolata “Il progetto va avanti. Sì al dialogo con Uefa e Fifa”, è firmata dal direttore Maurizio Molinari. Nel cappello è stato inserito a tarda ora che le sei squadre inglesi si sono ritirate dalla sfida, ma il resto evidentemente non è stato toccato, dato che Andrea Agnelli proclama: “Il progetto ha “il 100 per cento di possibilità di successo”. Anche in prima pagina viene dato più risalto ad Agnelli/Molinari che al ripensamento dei team inglesi, obiettivamente notizia del momento. Mai viene scritto nell’intervista che il figlio di Umberto Agnelli e di Allegra Caracciolo è imparentato con la proprietà del giornale. Forse perché è solo cugino di Elkann e presidente della Juventus, con Gedi non c’entra.

Da segnalare che Agnelli ha dato un’intervista (da quella testata definita “esclusiva”) anche al Corriere dello Sport, scritta dal direttore Ivan Zazzaroni. Da segnalare che sulla Stampa, giornale confratello della Repubblica nella società Gedi di John Elkann, appare un commento del campione del mondo Marco Tardelli intitolato “Ma l’Avvocato avrebbe detto di no”. “L’unica vera amarezza per me -scrive Tardelli- è che una delle promotrici di questa Superlega sia la mia Juventus, non più dell’Avvocato Agnelli e di Boniperti…”. Poi, sul sito web, un commento del capo dello Sport, Paolo Brusorio, così: “Agnelli, il re è nudo”. Brutti segnali per l’ultimo della stirpe che porta quel nome, Agnelli.

pezzo di reazioni

L’intervista di Cairo al Corriere (“Un attentato alla salute del calcio italiano. Pensano ai loro interessi”) è firmata dal capo dello sport Daniele Dallera, che alla dodicesima riga, definisce Cairo “editore di questo giornale”. Fra l’altro, Cairo spiega perché ha definito Andrea Agnelli “traditore”. Qui c’è da raccontare una storia. Cairo non definisce “giuda” Agnelli e “traditori” Agnelli e Marotta (Inter) in esclusiva per il Corriere. Lo aveva fatto il giorno prima, 20 aprile, sull’Ansa, sollecitato dal capo dello Sport dell’agenzia, Piercarlo Presutti. Molti giornali avevano ripreso quelle parole di fuoco, come Repubblica, a pagina 2 (“‘Siete dei traditori’. L’attacco di Cairo ad Agnelli e Marotta”). Il Corriere, invece, no. Aveva messo le parole di Cairo, neanche le più crude, in un pezzo di pagina 3 con ricostruzione della vicenda e reazioni varie. Nessun richiamo nelle varie parti della titolazione. A pagina 6 veniva invece intervistato, con foto, Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria. Il giorno dopo, al Corriere, c’è stato un po’ di terremoto e il recupero del pensiero del presidente, con apposita intervista.

(nela foto, Piercarlo Presutti, capo dello Sport dell’Ansa, autore dello scoop su Cairo)

1 commento

  1. Con tanti saluti al conflitto d’interessi e all’autonomia dell’informazione. Non è un caso se k’Italia è la seconda manifattura d’Europa, sta del G7, presiede momentaneamente il G20 ma è al 41.esimo posto nella classifica di Rsf. Non è solo colpa degli editori

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