(V.R.) Perché Giovanna Botteri non trasmette più le sue informazioni dalla Cina? Se lo chiedono molti italiani che per mesi l’avevano vista e sentita raccontare l’esplosione della pandemia. Compariva in quasi tutti i telegiornali, preziosa, infaticabile, di giorno e di notte. Spiegava se era vero che il virus era tutta colpa di un pipistrello e di un mercato della città di Wuhan. Mostrava le immagini di milioni di cinesi con la mascherina, obbligatoria, al punto che i militari arrestavano chi girava senza tenerla ben stretta sotto il naso. Era talmente famosa, la Botteri, che Crozza la imitava e i siti social la prendevano in giro. Ora perché la Botteri non torna al suo posto?

La riposta è semplice. Il suo permesso di lavoro di un anno è scaduto e adesso è troppo tardi per chiedere il rinnovo. La Cina è chiusa, blindata. Perfino i cinesi sparsi per il mondo, se decidono di rientrare, devono fare una trafila impressionante di tamponi e di quarantene. Allo stato attuale è impossibile ottenere un visto dalla ambasciata, c’è un solo volo a settimana, non di linea, una specie di charter che parte da Milano e atterra a Nanchino. Ma anche dirigenti e imprenditori cinesi fanno fatica a varcare la soglie del proprio paese. La Rai dunque non ha attualmente un giornalista fisso in Cina. Giovanna Botteri, che come corrispondente non fa parte di alcuna redazione di Tg, dà una mano a Linea Notte, all’Italia in diretta, a Fabio Fazio, cercando di decifrare le poche informazioni che le agenzie internazionali e la Rete fanno filtrare dal paese asiatico. Neppure Internet ci consente di sapere cosa succede a Pechino, dove il Covid nel frattempo è scomparso.

“Lì infatti – spiega la Botteri – il tracciamento sistematico e asfissiante ha consentito di stroncare il virus, che nei paesi democratici viene combattuto solo per mezzo delle chiusure, dei divieti e dei richiami al senso di responsabilità”. Poiché in Cina non esistono questioni di privacy, la guerra al Covid è finita. Dovunque compaia un “positivo”, lo si prende e lo si isola insieme con quelli con i quali viveva o lavorava. Così il virus non viaggia, mentre noi abbiamo migliaia di contagi e di morti ogni giorno e discutiamo se è opportuno a Natale andare in Chiesa e invitare a pranzo nonni e nipoti. 

(nella foto, Giovanna Botteri)

3 Commenti

  1. Mi pare che il pezzullo su Giovanna Botteri sia un po’ troppo superficiale. Mica vero che le frontiere cinesi sono chiuse. Filippo Santelli corrispondente di Repubblica dalla Cina è tornato a Pechino come ha raccontato con alcune belle pagine qualche giorno fa. Morale: se la Botteri non è tornata in Cina ci deve essere qualche altro motivo. Quanto alle sue corrispondenze quand’era là meglio stendere un velo pietoso: erano il massimo della banalità e del conformismo…

  2. Da Pechino visto che non aveva molto da dire, continuava a fare l’inviata da New York. Secondo me le sue corrispondenze erano poco gradite al regime e appena si è presenta l’occasione non l’hanno fatta più rientrare.

  3. Convengo con quanto scritto da Guido Vigna. Ultimamente ho visto intervenire direi in modo meschino la Botteri su TG3 in occasione della carcerazione di una avvocata cinese che si batte per i diritti delle persone, a che titolo e con che faccia la dirigenza del TG3 invita la Botteri.
    Restando alla Rai e alla Botteri e alla Cina la vostra informazione vorrebbe far credere che il discorso con i rapporti di comunicazione di notizie con la Cina è completamente chiuso e semmai la responsabilità è tutta da ascrivere ai cinesi.
    Le notizie sul perché la Botteri non sia più stata in grado di tornare in Cina sono poco attendibili, c’è chi sostiene che essendole stato rifiutato il trasferimento in Belgio, lei sia rientrata in Italia per le ferie estive e mai più ripartita. ognuno così può costruire la sua versione ma che la Cina sia bloccata non è vero.
    Mentre Filippo Santelli corrispondente di Repubblica pubblica video con le sue peripezie per passare tutti i controlli di sicurezza che gli erano stati imposti. Le notizie che state pubblicando sono fuorvianti e illusorie, in difesa e tutela dell’informazione sono parole che non onorate.
    Di fatto i rapporti con la Cina sono troppo importanti e la Rai non è stata in grado di sostituire la già sovra citata Botteri con alcuna fonte informativa per poter mantenere un qualsivoglia canale di informazione il paese orientale più grande al mondo.

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