Voti per corrispondenza truccati, immigrati illegali che si presentano ai seggi, cittadini che votano al posto dei morti, parenti che cambiano il voto dei congiunti disabili.

Bufale, fake news, disinformazione: sulle elezioni americane sono state diffuse in questi giorni migliaia e migliaia di falsità. Le ha studiate l’organizzazione NewsGuard, che ha controllato e verificato 6000 siti online e ha trovato 40 pagine Facebook specializzate nel diffondere notizie false.

L’analisi è stata curata da Gabby Deutch, e nella versione in italiano da Virginia Padovese.

Ecco i principali “miti”, che NewsGuard ha sfatato.

“Il voto per corrispondenza aumenta notevolmente l’incidenza delle frodi elettorali”.

Secondo il database dell’Heritage Foundation, dal 1986 sono stati documentati 1298 casi di frodi elettorali, di cui 208 per posta. Secondo il Massachusetts Institute of Tecnology, le frodi elettorali per posta che hanno portato a condanne penali sono lo 0,00006 per cento del totale dei voti espressi.

“La pratica degli osservatori ai seggi è sempre illegale e si traduce in intimidazione degli elettori”.

Gli osservatori ai seggi sono legali e hanno un ruolo ufficiale in molti Stati. Secondo la Conferenza nazionale delle legislature statali, essi “cercano di assicurare che l’organizzazione delle elezioni non porti svantaggi alla loro campagna”. Gli osservatori rappresentano un candidato o un partito politico. Ci sono regolamenti diversi in vari Stati e comunque gli osservatori non possono interferire con le operazioni di voto, ma solo riportare eventuali problemi ai responsabili delle votazioni.

“I voti non conteggiati entro la fine del giorno delle elezioni (3 novembre) sono illegali e non devono essere conteggiati”.

Ogni Stato effettua una differente certificazione dei voti, che viene, per esempio, ultimata il 5 novembre in Delaware e l’8 dicembre in altri Stati. Quindi, non è detto che chi risulta primo nella notte del 3 novembre sia il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Molti Stati hanno ampliato la possibilità di votare per posta, a causa soprattutto del Coronavirus: in Florida furono 2,7 milioni a votare per posta nel 2016, stavolta sono 4,7 milioni. Ogni Stato stabilisce la data entro cui le schede per posta possono essere ricevute e la legge federale afferma che la data ultima per certificare i risultati finali sarà l’8 dicembre, sei giorni prima della proclamazione ufficiale da parte del Collegio elettorale.

“La rimozione di alcune cassette postali del servizio postale degli Stati Uniti nell’agosto 2020 fa parte di un complotto del presidente Trump e del direttore del Servizio Postale da lui incaricato, generale Louis Deloy, per rendere più difficile il voto per posta”.

Nell’agosto 2020 foto delle cassette postali USPS rimosse divennero virali sui social media. Politici democratici sostennero che l’amministrazione Trump lo stava facendo per limitare il voto postale, che sarebbe cresciuto per la paura del Coronavirus. Il portavoce del Servizio Postale statunitense ha detto che dal 2011 si procede alla rimozione di cassette postali a causa del minor utilizzo del servizio. Deloy ha affermato che negli ultimi 10 anni 30.000 cassette sono state rimosse, ma che il processo di risparmio di costi delle Poste sarà rinviato, per non ridurre il ruolo del Servizio nel processo democratico.

“Cittadini votano fraudolentemente per conto dei morti”.

Viene effettuato costantemente un lavoro di incrocio dei dati delle liste elettorali con quelle delle persone decedute. In alcuni Stati il voto di chi muore fra l’invio della scheda e l’Election day viene cancellato, in altri accettato. In un’inchiesta del 2014 il Washington Post scoprì che 31 persone erano riuscite a votare al posto di deceduti nelle elezioni fra il 2000 e il 2014, su  più un miliardo di voti espressi in quel periodo.

“I Democratici sostengono la “raccolta di voti”, pratica attraverso la quale alcune persone sono pagate per raccogliere le schede di persone vulnerabili come anziani e disabili e cambiare il voto a favore del loro  partito”.

I Democratici hanno proposto una legge approvata dalla Camera, ma non ancora al Senato: prevede che i familiari di persone inabili possono portare ai seggi le loro schede. La legge -non in vigore per queste elezioni- prevede che i voti siano “espressi e sigillati” e che i portatori non ricevano alcun compenso per il trasporto. In molti Stati esistono legislazioni che permettono la consegna di voti a familiari o badanti.

“I Democratici minacciano violenza -sotto forma di colpo di Stato o guerra civile- a meno che Joe Biden non vinca le elezioni presidenziali”

Non c’è alcun riscontro di questa affermazione. Biden ha ripetuto che accetterà il risultato delle elezioni, anche se perderà, a differenza del presidente Trump.

“Gli immigrati illegali possono registrarsi legalmente per votare alle elezioni statati e nazionali nello Stato della California”.

Chi non è cittadino americano non può votare in California e in nessun’altra parte degli Stati Uniti. Per votare in California si deve essere cittadini americani e residenti in California. Nel 2015 la California approvò due leggi: la prima permette agli immigrati senza documenti di prendere la licenza di guida; la seconda permette ai cittadini americani che prendono la licenza di guida di ottenere la registrazione per votare. E’ stato trovato un caso di un immigrato senza documenti registrato nelle liste dei votanti, per errore.

“I legislatori statali a maggioranza repubblicana intendono rifiutarsi di certificare i risultati delle elezioni ufficiali, nel tentativo di garantire che nessuno dei due candidati raggiunga la soglia necessaria di 270 voti nel collegio elettorale. In questo modo l’elezione sarebbe demandata alla Camera dei deputati dove ogni Stato ha un voto e dove la maggioranza di Stati è Repubblicana, per far vincere Trump”.

Non c’è alcuna prova che gli Stati Repubblicani abbiano progettato questo meccanismo. 

Da quanto emerso nello studio di NewsGuard, la disinformazione sul voto e sulle modalità e sulla sicurezza del voto stesso si è diffusa rapidamente soprattutto su Facebook, nonostante la piattaforma si sia impegnata a contrastare la pubblicazione di contenuti falsi.

NewsGuard ha identificato 40 pagine Facebook considerate “super-diffusori” di disinformazione relativa alle elezioni. Si tratta di pagine che hanno condiviso contenuti falsi sul voto o sulle modalità del voto con il loro pubblico e che hanno oltre 100.000 follower ciascuna. Solo tre dei 53 post con informazioni non attendibili identificati da NewsGuard su queste pagine – che insieme raggiungono un pubblico di circa 22,9 milioni di follower – sono stati segnalati da Facebook come falsi. Quattro delle 40 pagine sono gestite al di fuori degli Stati Uniti, in paesi come Messico, Vietnam e Israele, nonostante pubblichino soprattutto contenuti legati alla politica statunitense. Alcuni nomi delle pagine: Donald Trump is my president, Rock n Roll never dies, Viral Patriot, To the death media.

Le informazioni false riguardano entrambi gli schieramenti, con profili sia di destra che di sinistra, i quali diffondono disinformazione a sostegno della propria posizione.

L’analisi di NewsGuard ha anche rilevato come le bufale sulle elezioni spesso sfruttano errori di routine, facendoli diventare esempi di negligenza o di inganno per diffondere sfiducia nel processo elettorale. Altre bufale sembrano invece fondate su malintesi, a volte involontari e a volte intenzionali, delle pratiche di voto.

I post di Facebook che sono stati segnalati come falsi dai fact-checker, sono comparsi con la segnalazione di “informazione falsa” solo dopo che la bufala era stata pubblicata e ampiamente condivisa, poiché le pratiche della piattaforma non forniscono avvisi anticipati agli utenti sulle pagine già note per aver pubblicato disinformazione in passato.

Nonostante gli sforzi annunciati da Facebook per fermare la diffusione di questo tipo di disinformazione, queste pagine continuano a poter pubblicare disinformazione sul voto e sul processo elettorale, apparentemente in violazione delle politiche sui contenuti della piattaforma.

(nella foto, dalla pagina Facebook Donald Trump is my president, l’immagine di voti postali “alterati”)

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