Sono a rischio le elezioni per il rinnovo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. La data è stata fissata per il prossimo ottobre, alla naturale scadenza dei tre anni di mandato, ma alcuni Ordini regionali hanno annunciato che non le organizzeranno. Colpa del Covid: troppo pericoloso allestire i seggi, difficile mantenere distanze e garantire sicurezza. L’annuncio del rifiuto è venuto da alcuni dei Consigli regionali più affollati, Lombardia e Campania, che sono guidati -inoltre- da maggioranze diverse da quelle dell’Ordine nazionale. Mentre Controcorrente, componente dell’attuale maggioranza (alla guida anche di Fnsi, Inpgi e Casagit) ha designato come futuro presidente il titolare dell’Ordine della Toscana, Carlo Bartoli, l’opposizione non ha ancora un candidato. Sta cercando un nome prestigioso, come potrebbe essere quello di Lucia Annunziata, ammesso che sia disponibile. Altri Consigli regionali, come Piemonte, Sicilia, e Calabria, hanno espresso forti dubbi sulla possibilità di votare a ottobre.

Slittamento e legge

Quasi impossibile ora capire cosa succederà. Secondo la legge, le elezioni per il rinnovo dei Consigli regionali possono anche svolgersi in momenti differenti. Invece, il Consiglio nazionale deve essere eletto in contemporanea da tutti i giornalisti italiani. Quindi a ottobre potrebbero svolgersi molte elezioni regionali, ma non tutte, e non potrebbe svolgersi l’elezione del Consiglio nazionale.

Uno slittamento di tre mesi? Ci vorrebbe in ogni caso una legge per la proroga.

Una possibile mediazione è far slittare a novembre le giornate elettorali, dopo la fine dell’emergenza decisa ieri dal governo.

Il Consiglio dell’Ordine spera che sia il ministero della Giustizia, organo vigilante, a sciogliere il nodo.

“covid strumentalizzato”

Il vicepresidente dell’Ordine Elisabetta Cosci, il segretario Guido D’Ubaldo, i membri dell’esecutivo Nadia Monetti e Andrea Ferro hanno scritto un appello per il rispetto della data di ottobre. Chiedono che il ministero della Giustizia prenda una decisione netta e definiscono una “strumentalizzazione dell’emergenza sanitaria” la posizione degli Ordini regionali che non vogliono votare in autunno: “Il Paese sta ripartendo e la ripresa va sostenuta con i principi fondamentali della democrazia. Il 20 settembre sono fissate le elezioni amministrative e il referendum costituzionale. Nelle stesse settimane i giornalisti sono chiamati alle urne per rinnovare i consigli regionali e nazionale. Le date sono state stabilite da tempo. Riteniamo un obbligo di legge rispettare le scadenze fissate, tanto più da parte di un Ente di diritto pubblico, quale è l’Ordine dei giornalisti. La nostra posizione è stata chiara sin dall’inizio e oggi ribadiamo l’esigenza di andare al voto rigettando ogni eventuale tentativo di strumentalizzazione dell’emergenza sanitaria. Per questo ci auguriamo che il ministero competente assuma una posizione precisa con un atto compulsivo nei confronti di quegli organi regionali che hanno manifestato l’intenzione di opporsi al rispetto delle scadenze elettorali”.

Professione Reporter

(nella foto, Carlo Bartoli, candidato presidente)

 

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