I giornali di carta rischiano di diventare come il ciocorì. Un ricordo d’infanzia di chi oggi è finito nella terza età.

La percentuale di copie perdute viaggia attorno all’otto/dieci per cento l’anno. Cavalcata non trionfale verso l’estinzione.

Parole e timori a parte, ecco gli ultimi dati Ads. Novembre 2019: in totale i quotidiani hanno venduto in edicola 1.859.910 copie al giorno. Nel novembre 2018 erano 2.011.366. Perdita secca del 7,5 per cento.

in testa via solferino

Il Corriere è il giornale più venduto, 175.993 copie al giorno, rispetto alle 181.588 del novembre 2018. Repubblica è al secondo posto con 133.584 copie, anziché 143.548. Va segnalato che il cambio di direzione, da Calabresi a Verdelli, avvenuto nel febbraio 2019, non ha invertito la tendenza al ribasso.

Terza in classifica La Stampa con 88.853 copie vendute invece di 100.830.

Fra gli undici quotidiani maggiori, in percentuale il più in crisi è Il Fatto, che vende 23.655 copie contro le 29.777 di un anno fa. La linea metà favorevole al governo (dei 5 stelle) e metà no (prima la Lega, poi il Pd) non aiuta una testata nata soprattutto per fare opposizione senza quartiere.

La grande notizia è che ci sono quotidiani che crescono. Più di ogni altro La Verità, diretta da Maurizio Belpietro, che vende 24.201 copie , l’l’1,11 per cento in più rispetto al novembre 2018. Poi Libero (24.971 copie al giorno), dove scrive Vittorio Feltri, che cresce dell’1,04 per cento. E poi Avvenire, che guadagna l’uno per cento, con 22.191 copie. Quindi, resistono con le unghie e con i denti al disastro due quotidiani caratterizzati da titoli molto forzati, dal trattamento molto polemico delle notizie. E un quotidiano cattolico, che si distingue invece per l’attenzione alla solidarietà e ai temi sociali.

bene il quotidiano del sud

Se scorriamo la classifica verso il basso notiamo che la migliore performance in percentuale è quella del Quotidiano del Sud di Roberto Napoletano, ex direttore del Sole 24 ore, che passa da 4.868 copie a 9.222 con un incremento dell’1,89 per cento. Il dato peggiore è quello del Giorno, da 41.908 a 30.993.

Il Post di Luca Sofri ha elaborato altri numeri, sempre di fonte Ads. Ha sommato alle copie cartacee quelle digitali e ha preso in considerazione vendite in edicola, abbonamenti e distribuzioni gratuite. In sei anni, dal novembre 2103 al novembre 2019, il Corriere della Sera ha perduto il 41,8 per cento, la Repubblica, il 50,3 per cento, il Sole 24 ore il 53,6 per cento. Gli andamenti peggiori sono quelli di Tuttosport, meno 58,9 per cento e del Giornale, meno 58 per cento.

Clamoroso è il dato dell’Avvenire, più 11, 49 per cento. Una specie di miracolo. Se andiamo fra i giornali meno grandi Il Giornale di Sicilia ha perso il 67,2 per cento, il Tempo il 64,6 per cento, Italia Oggi il 66,6 per cento, Libero il 62,89 per cento.

Professione Reporter

(nella foto, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire)

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